Padre e figlio ammazzati in campagna nel 1992. Concluse le indagini su quattro persone

Il duplice omicidio era avvenuto il 14 ottobre del 1992 a San Biagio Platani. Vittime Salvatore La Placa, classe 1914, e il figlio Gaetano La Placa, classe 1937.
Stamattina, i Militari del N.O.R.M.-Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di Cammarata (AG), a conclusione di una complessa e articolata attività d’indagine, coordinata dal Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica di Agrigento, Salvatore Vella e della sostituta Gloria Andreoli, hanno proceduto a notificare la conclusione delle indagini preliminari nei confronti di tre soggetti indagati per il duplice omicidio. Contestualmente, sono avvenute diverse perquisizioni domiciliari di abitazioni private, automezzi e immobili di pertinenza degli indagati, in tre diversi Comuni della Provincia di Agrigento.

Le indagini

Le indagini, riaperte a distanza di trent’anni dal duplice omicidio, hanno permesso di
acquisire, allo stato, gravi indizi di colpevolezza a carico di Guadagnano Rosalia, classe 1942 (deceduta, già moglie di La Placa Gaetano); La Placa Carmela, classe 1940, di Santo Stefano Quisquina (figlia di La Placa Gaetano e nipote di La Placa Salvatore); La Placa Rosalba classe 1957, di San Biagio Platani (figlia di La Placa Gaetano e nipote di La PlacaSalvatore); Costanza Luigi, classe 1947, di Comitini (amico di famiglia delle due vittime).

La commissione dell’omicidio

Dalla complessa attività investigativa, è emerso che l’omicidio di Gaetano La Placa era stato ideato ed organizzato in ambito familiare, nel mese di settembre del 1992, dalla moglie Guadagnano Rosalia e dalle due figlie Carmela e Rosalba, a causa dei maltrattamenti e delle violenze che Gaetano La Placa compiva nei confronti della moglie, oltre che per l’atteggiamento scontroso che lo stesso aveva nei confronti del fidanzato della figlia Carmela.
Le tre donne, non sopportando più le condotte di Gaetano La Placa, piuttosto che
denunciarlo, decidevano di commissionarne l’omicidio a Luigi Costanza, all’epoca venditore
ambulante di abbigliamento e amico di caccia della vittima Gaetano La Placa.
Luigi Costanzai, anch’egli cacciatore, conosceva bene i luoghi ove Gaetano La Placa era
solito recarsi a caccia, tanto che nelle prime ore della mattina del 14 ottobre 1992, avvisato dalle sue complici, si appostava in una strada di campagna (battuta soltanto da contadini e cacciatori), di San Biagio Platani, in contrada Mandralia, usata dalle due vittime come terreno di caccia.

All’arrivo dell’autovettura, con alla guida Gaetano La Placa, lo fermava amichevolmente
e, immediatamente dopo, lo uccideva con diversi colpi di fucile da caccia caricato a pallettoni,
esplosi a distanza ravvicinata. Inoltre, Costanza, accortosi della presenza all’interno della
autovettura anche di Salvatore La Placa, seduto nel posto lato passeggero, non si faceva scrupoli
nello sparare a bruciapelo anche a quest’ultimo, uccidendolo sul colpo.
I cadaveri delle due vittime furono rinvenuti quello stesso giorno: Salvatore La Placa
riverso senza vita all’interno dell’auto, Gaetano La Placa riverso per terra, sotto lo sportello del
proprio veicolo aperto, con i fucili da caccia ancora nei foderi.

Le indagini del 1992

Si scontrarono contro un roccioso muro di omertà, non consentirono di individuare gli autori o il movente del duplice omicidio. A distanza di più di vent’anni, un familiare delle vittime, ha cominciato a ricomporre i racconti frammentati che, in famiglia, si facevano a mezza bocca, su quanto era accaduto alle due vittime nel 1992.
Le successive indagini condotte dai Carabinieri della Compagnia di Cammarata, coordinate
attivamente dalla Procura della Repubblica di Agrigento, anche con lo svolgimento d’intercettazioni
telefoniche, hanno consentito, seppur con grandi difficoltà, di ricostruire nei dettagli quanto era
accaduto in quel lontano ottobre del 1992, permettendo finanche di accertare che il killer Costanza
era stato retribuito, dai familiari delle due vittime, con la somma di 50 milioni di lire (presa dai beni
lasciati in eredità dal morto Gaetano La Placa), con un’autovettura fuoristrada rossa (anch’essa
di proprietà della vittima Gaetano La Placa) che l’aveva acquistata poco prima del suo
omicidio), e con i cani da caccia di proprietà dei due soggetti uccisi.
Tutti gli elementi probatori raccolti dagli inquirenti a carico degli indagati (che si presumono
non colpevoli fino a sentenza definitiva) e le eventuali indagini difensive, svolte dai loro difensori,
dovranno essere valutati dai Giudici del Tribunale di Agrigento in sede processuale.