ORFANOTROFIO SAN GIUSEPPE: UN POPOLO CONTRO LA CHIUSURA. DA FARO PER I BISOGNOSI A B&B. E LO SCOPO ORIGINARIO DEL “BOCCONE DEL POVERO”?
Di colpo la madre generale della Congregazione chiude l’orfanotrofio, l’istituto e la chiesa. Un triplete che ha scatenato l’ira dei riberesi
L’estate riberese è stata caratterizzata da una “amara” sorpresa vissuta direttamente da don Gerlando Lentini e dai riberesi sulla chiusura dello storico orfanotrofio San Giuseppe. A Ribera ci sono stati, nel passato, gesti di nobiltà d’animo per la realizzazione di importanti realtà da destinare all’uso della collettività locale. Tra questi, l’ospedale Fratelli Parlapiano, l’orfanotrofio San Giuseppe.
Pochi giorni fa, la brutta e amara sorpresa. Con una decisione, assunta nel silenzio assoluto, la madre generale della Congregazione del Beato Giacomo Cusmano ha disposto la chiusura dello storico orfanotrofio con annessa scuola materna. Ma la sorpresa delle sorprese si annida nel fatto che la struttura sarebbe stata concessa ad un privato per la realizzazione di una casa per anziani, a pagamento, o per una struttura del tipo Bed & Breakfast.
La chiusura dell’orfanotrofio, all’interno del quale vi è la chiesa, è stata constatata dal parroco don Gerlando Lentini che celebra la messa mattutina. Da qui si scatena la protesta di numerosissimi riberesi e del Comitato festa di San Giuseppe. Il Comitato scrive una lettera al sindaco e ai dirigenti dell’Ufficio tecnico chiedendo al Comune di non rilasciare alcuna autorizzazione per cambio d’uso della storica struttura o di parte di essa, e chiede anche di agire legalmente nei confronti della Congregazione del “Boccone del Povero” per evitare l’ingresso di terzi nella struttura. Una lettera che, sostanzialmente, invita il Comune a “rientrare nella piena disponibilità del terreno oggi occupato dalla stessa Congregazione”.
Già, perché il terreno sui cui è stata edificata la struttura è di proprietà del Comune che decenni fa lo mise a disposizione per la nobile e sociale iniziativa rivolta ai poveri e ai bisognosi. Oggi, vi è una forte discussione sulla questione e la Congregazione ancora continua a stare in silenzio e a non pronunciarsi. L’avvocato Francesco Micalizzi, intanto, per conto del Comitato della festa di San Giuseppe, ha intrapreso tutte quelle iniziative legali e giudiziarie per tutelare lo spirito iniziale della Congregazione.
Il Comitato chiede che l’orfanotrofio continui a rimanere aperto con “la presenza fattiva delle suore al servizio dei più bisognosi”, proprio nello spirito del Beato Giacomo Cusmano e del “Boccone del povero”.
Il Comitato, tramite l’avvocato Micalizzi, sostiene anche che la Congregazione “non ha alcun titolo per locare a terzi la struttura poiché il terreno sui cui ricade la struttura rientra nel patrimonio indisponibile del Comune”.
La decisione assunta dalla Congregazione colpisce anche la scuola materna, gestita dalle scuole con il personale laico (docenti, personale mensa e pulizie) e che conta 30 alunni. Ma anche il sindaco Carmelo Pace è sceso in campo minacciando di adire alla vie legali se le Suore Serve dei Poveri non sapranno fornire spiegazioni circa la chiusura dell’ex orfanotrofio di via Giacomo Cusmano.
La “minaccia” arriva per via epistolare inviata alla madre generale della congregazione a Roma, all’arcivescovo di Agrigento cardinale Montenegro, al comitato della festa di San Giuseppe e all’avv. Micalizzi.