MAFIA, ARRESTATO EX DEPUTATO PD PAOLO RUGGIRELLO

Blitz all’alba contro la mafia trapanese: 25 arrestati tra i quali Paolo Ruggirello ex deputato regionale Pd, accusato di associazione mafiosa e di aver elargito favori in cambio di voti, e l’ex assessore comunale di Trapani Ivana Inferrera, indagata per voto di scambio politico-mafioso.

Nell’operazione della Dda di Palermo, i carabinieri di Trapani hanno arrestato complessivamente 25 appartenenti a cosa nostra trapanese per associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso, estorsione, danneggiamento e altro. Per la prima volta sarebbe stata individuata anche una cellula della mafia nell’isola di Favignana. Tra i beni sequestrati anche il Grand Hotel Florio di Favignana.

Nel blitz sono stati arrestati i vertici del mandamento di Trapani, Francesco e Pietro Virga, figli del boss ergastolano Vincenzo, della famiglia mafiosa di Paceco ed esponenti della famiglia mafiosa di Marsala. I Virga, dopo essere stati scarcerati, avrebbero riorganizzato la cosca. Nei loro affari avrebbero puntato soprattutto sull’edilizia, sullo smaltimento dei rifiuti e sugli investimenti nel settore del turismo. Il clan inoltre avrebbe nominato un referente sull’isola di Favignana per gestire una struttura alberghiera e altri interessi economici.

Rilevati, inoltre, i legami con la politica, che secondo gli inquirenti avrebbe coinvolto Ruggirello e Inferrera,  L’esponente del Pd siciliano, trapanese di 52 anni, ex deputato regionale e candidato poi non eletto alle ultime elezioni per il Senato, 4 anni fa avrebbe cercato voti nelle file dei renziani dopo una militanza nel movimento per le autonomie e nel centrodestra. Per lui le accuse sono di associazione mafiosa.

Inferrera, 55 anni e una laurea in Conservazione dei beni culturali, è stata direttrice del museo della preistoria e nel 2013 è stata nominata assessore alle Strategie di sviluppo, alle politiche sociali e al Turismo del Comune di Trapani

Secondo gli inquirenti, i due politici si “offrivano” ai mafiosi, proponendosi come “punti di riferimento” per i clan e arrivando, in alcuni casi, addirittura ad affidare loro la gestione della campagna elettorale.

Nell’ambito dell’operazione è stato eseguito anche un sequestro di beni, società ed esercizi commerciali per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro.