LIDO SALUS: ANCHE QUEST’ANNO BAGNO VIETATO

Lido Salus, sbocco torrenti Foce di mezzo e Ganetici, porto e Rocca Regina, sbocco fiumi Verdura e Carboj, valloni Bagni e Cansalamone: questi i tratti di mare che sono vietati alla balneazione previsti nelle disposizioni della Regione Sicilia per la stagiona balneare 2019.

Il documento comprende le modalità per i campionamenti delle acque del mare, le prescrizioni per l’emissione di ordinanze per il divieto di balneazione e la mappa dei tratti di costa e di mare non adibiti alla balneazione per inquinamento.

La stagione balneare comincerà per… legge il prossimo 1° maggio per concludersi il 31 ottobre. Nello stesso periodo devono iniziare i campionamenti delle acque di mare, fatto salvo il prelievo di pre-campionamento che dovrà essere effettuato nei dieci giorni prima dell’inizio della stagione balneare, quindi a partire dal 20 aprile.

Rientrano nei tratti di mare e di costa non adibiti alla balneazione per inquinamento le aree elencate, in cui purtroppo è compresa la spiaggia di Lido Salus, che da venti anni è inibita alla balneazione ma che viene puntualmente presa d’assalto dai bagnanti, incuranti dei cartelli di divieto che il Comune è obbligato a collocare. Storia vecchia, anche senza nuovi campionamenti la Regione Sicilia inserisce Lido tra i tratti ritenuti inquinati a causa dell’assenza di un servizio di depurazione completo (il depuratore di Sciacca non serve l’intero territorio comunale).

E non è servita a nulla nemmeno la richiesta ufficiale che lo scorso anno il sindaco Francesca Valenti presentò a Regione e Asp chiedendo di effettuare nuovi controlli ritenendo che il tratto di costa in questione sia salubre e non inquinato. La richiesta del primo cittadino in carica è rimasta inascoltata, un pò come era accaduto in passato ai precedenti sindaci, anche loro impegnati a tentare di invertire una tendenza che penalizza la città, dove vige il tratto di costa più lungo di tutta la provincia (comprese aree vicino a porti e torrenti) vietato alla balneazione.

Il decreto assessoriale prevede che il dipartimento di Prevenzione e il laboratorio di Sanità pubblica dell’Asp dovrà redigere il calendario di monitoraggio e il programma per l’esecuzione e il trasporto dei campioni di acqua di mare. Ma, nel caso di Sciacca, questo passaggio tecnico purtroppo non viene tenuto in considerazione.

Giuseppe Recca