La tragedia in piscina a Bagheria: tanti i punti da chiarire

La famiglia di Simona Cinà ha chiesto un’autopsia urgente
«Ci sono troppe cose che non tornano. Nessuno per molto tempo si è accorto che Simona era in acqua morta. Eppure la piscina è piccola e la villa era piena di giovani. Poi la ragazza aveva la faccia in su. Se fosse caduta in acqua non l’avrebbero trovata in quella posizione. E anche ammettendo che si sia sentita male mentre era in piscina, come mai nessuno ha visto il cadavere?» Per l’avvocato Gabriele Giambrone, legale della famiglia di Simona Cinà, la pallavolista trovata morta nella piscina di una villa a Bagheria la scorsa notte, sono tanti i punti da chiarire sulla tragedia. Il penalista ha chiesto una autopsia urgente.
Uno dei ragazzi che hanno partecipato alla festa in piscina organizzata da due neo-laureati, è stato portato in caserma per il prelievo del dna. Nella villa in cui si è svolto il party sono state trovate tracce di sangue, ma il giovane ha raccontato di aver dato un calcio per lo choc dopo aver saputo della tragedia e di essersi ferito. Sul sangue, tuttavia, gli investigatori, che indagano sul caso faranno accertamenti.
La ragazza sarebbe morta tra le 3.20 e le 4.13 secondo quanto emerge dalle testimonianze raccolte dai Carabinieri che indagano sulla morte della giovane. Un’amica dice di averla salutata alle 3.20 quando ha lasciato la festa, mentre Simona Cinà è rimasta a ballare accanto alla consolle. L’allarme è stato dato alle 4.13, quando dei giovani hanno chiamato il 112.