LA MATEMATICA NON E’ OPINIONE, LA MAGGIORANZA CHE NON C’E’ E IL GIOCO DEL PALLOTTOLIERE

EDITORIALE DI FILIPPO CARDINALE

C’era una volta la maggioranza. Potrebbe iniziare così la storiella tutta saccense che riguarda la politica locale. Una storia di numeri che partono robusti e finiscono per assottigliarsi, fino al punto di capovolgere il principio basilare della matematica e il pilastro del sistema democratico. Giovedì sera si riunisce la “maggioranza”. Un comunicato della “maggioranza” annuncia il nuovo slancio dell’Amministrazione. Sono termini usati dai partiti che sostengono l’Amministrazione Di Paola.

In verità, chi sostiene l’Amministrazione è l’Ncd e un consigliere di Forza Italia. Totale: 13 consiglieri comunali. E gli altri 17? Bene, 14 sono i consiglieri dell’opposizione, mentre 3 sono “indipendenti”, ma, recentemente, hanno votato insieme ai 14 per stoppare la famosa delibera Aro per “presa d’atto”. Nella realtà, la maggioranza uscita dalle elezioni è diventata minoranza, mentre la minoranza si è trasformata in maggioranza. Nella riunione di giovedì scorso erano assenti Ambrogio, Monteleone e Turturici. Altro segnale cifrato, ma non troppo, inviato al sindaco Di Paola.

La domanda appare spontanea. Può chi ha vinto le elezioni continuare a navigare in tale agitato mare? Mancano ancora due anni e mezzo alla conclusione del mandato sindacale e consiliare. Ma vi è un’altra domanda che è prioritaria. E’ giunto il momento di fare chiarezza politica. E’ un dovere nei confronti della città, degli elettori. Insomma, bisogna essere politicamente corretti.

La (ex) maggioranza non riesce più a fare squadra e lavare i panni a casa propria. All’interno di essa è chiaro che il clima non è da libro Cuore, anzi è più da Parenti serpenti, il film diretto da Paolo Monicelli. Da un lato ci sono i 12 di Ncd più il consigliere di Forza Italia, dall’altro il trio Ambrogio, Monteleone, Turturici che rappresentano, ormai, una realtà autonoma. Appare politicamente corretto, dunque, fare chiarezza e presentarsi alla città, attraverso la sede istituzionale del Consiglio comunale, con le vere intenzioni. Insomma, o di qua o di là.

La logica dei due forni non è più concepibile. Quella legata all’interesse dei partiti non deve, certamente, prevalere su quella legata al vero interesse della collettività. La città attende un dibattito politico dal quale emerga in modo netto le reali posizioni. E se l’Amministrazione Di Paola può contare solo su 13 consiglieri, lo dica chiaramente, lasciando l’etichetta di “maggioranza” e assumendo la veste reale: quella di una forza che in Consiglio comunale non ha i numeri per approvare i provvedimenti della Giunta.

Nessun matrimonio è indissolubile, ancor meno quello politico. Ma la chiarezza è un dovere morale nei confronti della città che non merita rappresentazioni più prossime al palcoscenico. La (ex) maggioranza ha bisogno prioritario di rasserenarsi.

Né sono utili al sindaco comunicati stampa di qualche assessore che sembra gettare benzina sul fuoco. Gli assessori facciano i tecnici, il sindaco provi a rinverdire l’insegnamento doroteo.

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