Nel Terzo Polo c’è un forte diniego ad allearsi col Pdl. Se Api accarezza tale ipotesi, Fli e Mpa dicono niet

La grande alleanza politica si accorcia. L’idea ipotizzata dal senatore Nuccio Cusumano, quella di creare un governo cittadino esteso a forze politiche più estese del cartello che ha sostenuto Vito Bono, pare cominci a cozzare contro robusti steccati. In buona sostanza, l’idea del Terzo Polo che coinvolge anche il Pdl, non trova consenso proprio all’interno del Terzo Polo. “Mai col Pdl” sostengono partiti come Fli e Mpa. Nè l’Udc sembra disponibile a deragliare dal binario d’intesa col Fli che in sede nazionale rappresenta un legame indissolubile.

Sciacca, dunque, non fa eccezione, e il Terzo Polo, non può smentire ciò che ha sottoscritto a Roma. E ancora di più, il Terzo Polo non può derogare dal patto siciliano che vede Fli e Udc, insieme a Mpa, uniti nel mettere all’angolo il Pdl. Semmai uno sguardo potrebbe essere rivolto a Grande Sud, il cui leader Gianfranco Miccichè da tempo ha rimarcato il distinguo dal Pdl.

Dunque, la Grande Alleanza saccense, che ipotizzava Fli, Api, Udc, Pdl concordi a sostenere la corsa delle elezioni in modo sinergico, è una strada che non sembra percorribile.

Vuoi vedere che la maggioranza di Vito Bono si ricompatta per riprovarci? Il panorama elettorale potrebbe vedere il confronto tra candidati della maggioranza Api, Fli, Mpa e Pd da un lato, mentre dall’altro la corsa del Pdl. In mezzo si inserisce la proposta di Italia dei Valori, Grande Sud e il tentativo dell’ex sindaco Mario Turturici.

La nuova legge elettorale smorza l’apporto delle liste per l’elezione del sindaco. Infatti, si dovrà segnare il nome del candidato sindaco e quello dei candidati delle liste al Consiglio comunale. Dunque, nulla di “automatico” come prima.

In questo panorama, potrebbero sorgere delle sorprese facendo lievitare consistenza a chi attualmente non è considerato bene armato per concorrere a governare la città.

C’è un elemento che non bisogna affatto sottovalutare: la profonda indignazione della gente. C’è una sorta di clima simile a quello della “primavera palermitana” che a Sciacca ebbe la forza di un ciclone con l’elezione dell’allora sconosciuto Ignazio Messina. L’Italia attraversava il vento di “Mani pulite”. Oggi la società è attraversata da un’altra contingenza, ancora più grave della prima: nella pentola c’è poco da mettere, la crisi economica è davvero grave.

La matassa politica saccense è abbastanza aggrovigliata, con l’aggravante che buona parte della politica locale non ha percepito bene ancora che nulla potrà essere come prima. Adesso si tenta di far dimenticare il fallimento di un progetto durato appena metà del tempo previsto. Impresa assai ardua.

 

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