LA GIRGENTI ACQUE HA CHIESTO 40 MLN DI EURO ALL’ATO IDRICO PER RISARCIMENTO DANNI

La società idrica richiede il danno a causa della mancata consegna di una ventina di Comuni che non hanno consegnato le reti idriche

La Girgenti Acque non scherza, specie quando deve far valere i diritti sanciti nel contratto con l’Ato Idrico. Il rapporto giuridico è, infatti, tra la Girgenti Acque e l’Ato Idrico. La vicenda certamente finirà nelle aule del Tribunale (competenza civile) e avrà conseguenze poco piacevoli, almeno dal punto di vista economico. Si rischia di innescare una reazione a catena. Infatti, l’Ato Idrico farà rivalsa su quei Comuni agrigentini, una ventina (su un totale di 43) che non hanno consegnato le reti idriche alla Girgenti Acque. Tra questi il vicino Comune di Menfi.

Certamente la Girgenti Acque chiede il risarcimento danni dal 2007-2008 in poi, molto probabilmente escludendo il periodo “coperto” dalla recente legge regionale che ha dato “un salvagente” ai Comuni che non hanno ottemperato all’obbligo contrattuale. La vicenda è seria, complessa, dai risvolti pesanti. Paradossalmente, è la Girgenti Acque ad essere “offesa” per la mancanza dell’adempimento dell’obbligo contrattuale con l’Ato Idrico. Obbligo che imponeva ai 43 Comuni agrigentini di consegnare le reti idriche cittadine alla Girgenti Acque.

La società idrica agrigentina, nel momento in cui ha sottoscritto il contratto con l’Ato poteva contare su un investimento che interessava i 43 Comuni della provincia. Questo è un particolare che non può avere una valenza irrisoria. La società idrica ha dei costi fissi (opinabili quanto si vuole) che avrebbe dovuto spalmare su 43 Comuni. Effettivamente, tali costi fissi oggi vengono spalmati su quasi la metà dei Comuni, cioè su quelli che hanno consegnato le reti idriche. Ciò comporta tariffe alte.

La matassa è difficile da dipanare. Sta di fatto che è scatta la fase della lotta dura che sfocerà nelle aule giudiziarie. La cifra che la Girgenti Acque ha intimato all’Ato Idrico a titolo di risarcimento danno è altissima: 40 milioni di euro. La dichiarazione di guerra ormai è stata notificata. Sarà una guerra sul cui terreno ci saranno feriti gravi. Ferite che avranno ripercussione suoi bilanci comunali, molto probabilmente anche sugli amministratori dei Comuni “dissidenti”

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