INCIDENTE SULLA 115 AL VIADOTTO CARABOLLACE. MUORE TRENTENNE DI BURGIO

La vittima è Alessio Spitaleri. E’ deceduto sul colpo all’interno della sua Peugeot 206. Un volo di 30 metri

Un giovane automobilista di trenta anni ha perso la vita nel pomeriggio di oggi precipitando dal viadottto Carabollace con la sua Peugeot 206 blù, dove poco più di un anno fa si verificò un altro gravissimo incidente mortale. La vittima Alessio Spitaleri, 30 anni, frequentava la Facoltà di Giurisprudenza di Palermo. 

Spitaleri è deceduto sul colpo, a causa delle gravi lesioni riportate nel violento impatto. Per recuperare il corpo senza vita del giovane, sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Sciacca. Sul luogo dell’incidente stradale si sono portati i carabinieri di Sciacca e  gli agenti della Polizia stradale di Sciacca, che hanno effettuato i rilievi. Ancora al vaglio la dinamica dei fatti. Dopo aver sfondato il guard-rail, il mezzo è volato giù dal viadotto ad un’altezza di circa 30 metri. I medici del 118 nulla hanno potuto fare se non constatare la morte del giovane.

L’incidente sulla strada tra Sciacca e Ribera.  Dopo l’impatto al guard rail, l’autovettura è precipitata nel vuoto, schiandandosi sul terreno.

E’ la seconda vitttima a distanza di due anni. L’ultima fu una giovane mamma di Ribera. Quei guard rail sono inadeguati, troppo bassi, troppo deboli. Sono inadeguati a proteggere un ponte troppo alto. Era il 27 aprile 2011 quando perse la vita Maria Presti precipitando dal quel maledetto ponte del Carabollace, sprovvisto di adeguate protezioni di sicurezza. Tanta indignazione ha suscitato, tante parole di indignazione nei confronti dell’Anas che inesorabilmente lascia a protezione dell’altissimo ponte solo tubi di ferro ormai inadeguati.

Nulla è cambiato da allora. Quel maledetto ponte del Carabollace, che si erge verso il cielo quasi come una sfida, e che attraversa la culla dei primi insediamenti umani nel territorio di Sciacca, ha offerto ancora una volta tragedie, spezzando vite umane che hanno solo il torto di compiere il proprio dovere raggiungendo le sedi di lavoro. Maria Presti volò da quel maledetto ponte, finendo la sua vita al sorgere di una mattina. Con la sua autovettura, ha oltrepassato le barriere di protezione (è un eufemismo definire tale quei tubi sul ciglio stradale) che non hanno fatto resistenza alcuna.

Tradita da quei tubi che, se adeguati, l’avrebbero trattenuta da quel tragico volo. Altra vita umana spezzata, altre rimostranze che rimarranno parole che voleranno via come quell’anima innocente.

Quel maledetto ponte del Carabollace, alto quanto titani, ma cinto di barriere che si trapassano come la calda lama di un coltello penetra il burro, ha colpito ancora, ha tradito la giovane vita di un automobilista che sperava nella protezione della barriera posta ai margini del ponte.

 

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