IMPIANTO BIOMASSE: “CARO LILLO TI SCRIVO”. LETTERA APERTA DI MASSIMO RASO AL SINDACO DI MONTEVAGO. CONTINUA IL PING PONG EPISTOLARE
“Caro Lillo, evidentemente la nostra nota, nella quale esprimevo le perplessità della CGIL sulla ipotesi realizzativa di un impianto di biomasse a Montevago, deve aver toccato qualche “nervo scoperto” e questo spiega la tempestività della Tua risposta”.
Inizia così la lettera aperta che il segretario generale della Cgil, Massimo Raso, ha indirizzato al sindaco di Montevago. Poi continua: “Ma sono, soprattutto, il tono ed i contenuti della stessa che mi inducono a replicare. Avendo fatto per anni il mio stesso mestiere, riconoscerai che incrociamo gli stessi sguardi e misuriamo – sia pure da postazioni diverse – analoga disperazione, angoscia e richieste di aiuto. Nella Tua lettera chiarisci che il senso dell’operazione biomasse non è quello energetico, che diventa solo un riflesso, ma quello fondamentale è quello di “programmare lo smaltimento dei rifiuti…” ed, aggiungi che gli impianti, nell’ambito del nostro ATO sono insufficienti. (Sarebbe utile sentire il parere della SOGEIR Spa…)”.
La lettera segue. “Poi vi è un’affermazione a dir poco inquietante, per un Sindaco, ovvero quando affermi che “attualmente la quasi totalità di questi rifiuti vengono smaltiti in modo, a dir poco improprio costringendo i cittadini a disfarsene con metodi non ortodossi…”. Ma non sei Tu che devi vigilare ed, eventualmente sanzionare i metodi “poco ortodossi”?!? E non sei sempre Tu che puoi come contribuire ad aumentare le percentuali di differenziazione del Comune che amministri? Perché Montevago non è nelle posizioni alte dei “comuni ricicloni”? Insomma, tanto interesse per i rifiuti e per il loro smaltimento io non l’ho visto. Del “progetto” dell’impianto di biomassa, io so quello che è emerso dalla stampa e quello che è emerso dall’assemblea di giovedì scorso, indetta da Te, affinché la società proponente presentasse il “progetto di biomassa”.
“Tu stesso la definisci ancora una “ipotesi di lavoro”, quindi, par di capire che ancora non risulta depositato nessun progetto di biomassa. La società ha pure dichiarato di non avere mai commissionato nessuno studio alfine di ricavare dei dati sulla potenziale produzione di legno di potatura di vite, ulivo e quanto altro nel territorio interessato, ma basa le sue proiezioni su dati statistici riferiti ad una ipotetica “area di intervento” (che include ad esempio Sciacca, ma io dubito che Sciacca- con il suo impianto di compostaggio – abbia interesse a portare alcunché a Montevago…) . La società non mi risulta abbia mai incontrato associazioni di agricoltori, cooperative vitivinicole e consorzi agricoli, né i sindaci dei comuni interessati. Quello che sembra essere emerso chiaramente è che il progetto di biomassa è di Società di S. Marino che si appoggerebbero ad interessi e a società locali, dei quali sarebbe assai utile verificare le compagini sociali. Ribadisco per intero le mie perplessità ed attendo con curiosità ed impazienza di sentire cosa pensano di questa vicenda appunto gli attori del territorio appunto le associazioni di agricoltori, le cooperative vitivinicole e consorzi agricoli, e i sindaci dei comuni interessati. Sarebbe utile sentire se ritengono la eventuale nascita di questo impianto un’opportunità oppure se la vivono come una minaccia alle possibilità di crescita di un’economia legata ad un Agricoltura di qualità ed ecocompatibile. Così come pure sarebbe utile sentire le Autorità Sanitarie e Ambientali e dell’Assessorato Territorio Ambiente e quello dell’Energia e dei Rifiuti che pre-allerterò per sapere in quale “Piano” rientrerebbe questa eventuale opera. In ultimo”.
Nella Tua lettera citi il Comune di Bivona e ti meravigli come mai la CGIL non si accorga di analogo progetto che interesserebbe quel Comune. A Noi non risulta, tuttavia, lo chiederemo al Suo Sindaco. Se a Bivona si lavora alla realizzazione di quanto pensate (e mi auguro resti solo un pensiero) di fare a Montevago, non potremmo che riservare a Bivona analoghe perplessità e attenzioni. Sull’insieme delle questioni sarebbe utile si aprisse un dibattito ed un confronto, poiché la nostra non è una preclusione di tipo ideologico o dettata da chissà quali interessi, non avendo Noi né amici né Parenti coinvolti nella realizzazione del Progetto in questione né in altri che vi si contrappongono: ci muove solo l’esclusivo interesse per il territorio e la salvaguardia del suo sviluppo”.