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IL SUD D’ITALIA PRIMA E DOPO L’UNIFICAZIONE, MAGISTRALE ESPOSIZIONE DEL DOTTORE CALOGERO ALESSI

Una platea numerosa quella di ieri sera che ha riempito la sala Blasco, attratta da una esposizione attenta e neutrale del dottore Calogero Alessi, che ha illustrato sapientemente il “Sud d’Italia prima e dopo l’unificazione”. E’ stato questo il tema affrontato dal dinamico nostro concittadino, in un incontro organizzato dal Rotary Club di Sciacca, presieduto da Sergio Indelicato.

Il dottore Calogero Alessi, ha esaminato, ovviamente nel contesto di un tempo a disposizione di un’ora, la realtà del Regno di Sicilia, iniziando dalla sua nascita avvenuta con l’arrivo dei Normanni.

Bisogna partire dagli albori del regno di Sicilia, per poi proseguire lungo il suo cammino, fino alla conquista da parte dei piemontesi con il supporto della spedizione dei Mille.

Alessi ha svolto il suo intervento lasciando la barra del suo ragionamento sempre nell’area della neutralità, mai segliendo una parte o l’altra. Del resto, la storia va riletta con gli occhi neutrali. Spesso, invece, a scriverla è la parte che vince.

La Sicilia descritta da Calogero Alessi attraversa le varie fasi. Dallo spelndore normanno, al periodo buio della dominazione spagnola. Poi l’arrivo dei Borbone, infine l’unificazione non voluta prima dal conte Camillo Benso di Cavour, poi fatta propria per isolare politicamente le mira di Giuseppe Garibaldi.

Due periodi, in partiocolare, sono state messi a confronto: il Regno dei Borbone, l’arrivo dei piemontesi. Cosa hanno ereditato i Borbone e cosa hanno lasciato.

Un aspetto che ancora oggi divide la critica. Spesso aspramente tra i fautori e i detrattori della dinastia borbonica. La storia va letta con i numeri certi, con i dati reali, con i documenti. Mai con le sensazioni.

Un ragionamento che ha presentato all’attenta platea, il regno di Sicilia dalla sua nascita (25 dicembre 1130) fine alla sua fine con la nascita del regno d’Italia (17 marzo 1861).

Un periodo lungo, parecchio lungo, che ha segnato la Sicilia in modi diversi. Meno edificanti quelli che si possono ascrivere alla presenze dei vicerè, 1412-1734.

Il regno delle due Sicilie va visto nel suo insieme, ma tenendo presente cosa ogni governo ha lasciato, da quali condizioni è partito il successivo.

E’ stato questo il messaggio dell’intervento del dinamico Calogero Alessi. La sua esposizione ha colto gli elementi utili al fine di effettuare una comparazione senza schieramento di parte.

Redazione Corriere

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