Direttore sanitario indagato per violenza sessuale su medico si difende: “Lei una stalker io la vittima”

Giuseppe Reina, 63 anni, accusato di aver abusato del suo ruolo da primario per ottenere favori sessuali. L’inchiesta partita da una segnalazione anonima.

È stato sospeso per un anno Giuseppe Reina, 63 anni, direttore sanitario dell’Azienda provinciale di Catania, al centro di un’inchiesta per presunta violenza sessuale. Secondo l’accusa, i fatti risalirebbero al periodo in cui Reina era primario in un reparto dell’ospedale di Paternò, dove avrebbe tenuto «comportamenti espliciti finalizzati a ottenere prestazioni sessuali da personale femminile», sfruttando la propria posizione gerarchica.

Il giudice per le indagini preliminari ha riconosciuto gravi indizi in uno dei diversi episodi contestati dalla Procura: quello relativo a una collega medico chirurgo che sarebbe stata «costretta a subire atti sessuali». Il provvedimento restrittivo è stato eseguito dalla squadra mobile della Questura e dalla sezione di polizia giudiziaria della Procura, che hanno condotto le indagini anche attraverso intercettazioni video.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore Sebastiano Ardita e dall’ufficio specializzato in reati contro le fasce deboli, è nata da una segnalazione anonima. Secondo gli inquirenti, Reina avrebbe agito abusando della propria autorità e facendo leva sul timore delle vittime di subire ripercussioni professionali.

A respingere le accuse è il legale dell’indagato, l’avvocato Rosario Pennisi, che parla di una «campagna diffamatoria»: «L’inchiesta è partita da una dottoressa che era una stalker del mio assistito. Abbiamo dimostrato con lettere e messaggi che si trattava di un’ossessione. L’unico episodio contestato è avvenuto in sala operatoria e non ha avuto carattere violento. Reina è vittima del fango che gli è stato gettato addosso». L’indagine è ancora in corso e il caso potrebbe approdare al Tribunale del riesame, qualora la Procura decidesse di impugnare la decisione del gip.