CROLLO PONTE VERDURA: NON E’ QUESTIONE DI VECCHIAIA

Sotto i riflettori l’azione corrosiva che avrebbe abbassato l’alveo del fiume. Un crollo che sembra davvero annunciato

Vi sono dei fatti che sembrano molto eloquenti nel narrare la dinamica che ha portato al crollo di una parte del ponte costruito tra il 1870 e il 1875. Un ponte in muratura che, salvo catastrofi naturali, rimangono eretti a sfidare il tempo, le tecnologie moderne.

Siamo stati sul posto, alla base del ponte. Siamo stati sulla riva del fiume a osservare la scena. Con noi l’ingegnere Giuseppe Di Giovanna, noto ed esperto professionista ed ex ingnegenere capo al Comune di Sciacca. Vi sono alcuni elementi che appaiono inconfutabili. Anche il quotidiano La Sicilia, sull’argomento, oggi è uscito con un interessante servizio.

Il primo è che il pilone in muratura è intatto. Si è adagiato sulla riva verso Ribera. Altro elemento è che il pilone ha alla sua base le pietre della fondazione. Altro elemento si ricava osservando il pilone della riva destra, guardando a sud. Quel pilone, non crollato,  evidenzia come la fondazione sia scoperta e sotto la devastante azione erosiva delle acque del fiume, il cui alveo si sarebbe abbassato.

Altro elemento, le testimonianze degli agricoltori della zona, dei titolari dei terreni circostanti il ponte, e comunque il fiume, del quale conoscono ogni respiro. Da tempo avevano segnalato la necessità di interventi perchè avevano notato che la fondazione dei piloni era in preda ad una forte erosione.

Mentre eravano sul posto, abbiamo posto alcune domande all’ingegnere Giuseppe Di Giovanna.

Cosa pensa sia successo?

“Ponti di questo genere non crollano molto facilmente perché, contrariamente ai ponti in cemento armato, non sono soggetti all’usura del tempo, quale la corrosione del ferro. Perché un ponte in muratura, come quello del Verdura, possa crollare deve essere successo qualcosa di grave in fondazione. Nel caso particolare è verosimile una erosione del fondo del fiume che ha causato, molto probabilmente, il cedimento della fondazione del pilone. Nel momento in cui cede il pilone, gli archi si sconnettono e il pilone stesso, non più contrastato dagli archi, si abbatte”.

Guardando il pilone caduto si nota che è intatto e porta con se il basamento, che significa?

“Le pietre, che si vedono sotto il basamento in pietra squadrata del pilone, non sono altro che la fondazione, che dovrebbe trovarsi sottoterra, al di sotto del letto del fiume. Il fatto che sia visibile questa parte di fondazione è la prova evidente che c’è stata una erosione dell’alveo”.

Ingegnere, vi è un taglio del ponte che sembra effettuato con precisione chirurgica tale da formare un quadrato. Perché?

“Non sono altro che i punti in cui l’arco del ponte comincia a curvare. Quando un arco viene disconnesso la rottura avviene, in maniera nettissima, proprio in quei punti. Ciò è dovuto al venir meno della controspinta della parte rimanente della struttura. E’ il fenomeno di rottura tipico di tutti gli archi in muratura. Il crollo è pressoché istantaneo”.

Intanto, come abbiamo già scritto ieri, la Procura della Repubblica di Sciacca ha aperto un fascicolo proprio per accertare le cause del crollo e le eventuali responsabilità.

Nelle due foto, scattate dal Corriere di Sciacca, si vede bene come la fondazione ( parte di pilone a destra con la fondazione, le pietre) emerga abbondantemente dall’alveo del fiume, lasciando la stessa alla forte azione erosiva dell’acqua del fiume.

Non meno grave è la situazione della parte nuova del ponte, realizzata un atrentina di anni fa. Dai pilastri in cemento armato esce il ferro arrugginito. Anche questa situazione denota scarsa attenzione alla manutenzione.

 

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