CITTA’ LONTANA DALLA CULTURA DELL’ACCOGLIENZA

In molti parlano senza cognizione di causa, ma la struttura golfistica-turistica di Sir Rocco Forte crea indotto. La loro clientela è molto riservata, ma in città fa capolino per gustare la cucina locale, apprezzare la ceramica. Ma c’è una lacuna grossa da colmare, e certamente richiede un tempo assai lungo: la cultura dell’accoglienza. La città termale piace molto, ma nelle comment card, il clienti del Verdura Golf & SPA Resort, e non solo quelli, evidenziano parecchi punti critici. Caos, sporcizia, parcheggi selvaggi, mancanza di servizi, difficoltà di muoversi all’interno di un centro storico invaso da auto che lasciano il non gradito smog, ma anche clacson che intonano note non gradite. Neanche il “caratteristico” porto lascia un gradito ricordo.

E’ noto a tutti in che condizioni si trova il porto della città termale. E’ un inanellarsi di discariche, reti abbandonate, cassette vuote di pesce, bidoni di olio e una puzza insopportabile. “Non c’è nulla di caratteristico che richiama alla mente la tradizione marinaresca”, è una delle osservazioni più frequenti dei clienti del Verdura che provengono da vari Paesi internazionali. Ma a parte la clientela del Verdura, in città si percepisce in maniera ben evidente che manca proprio la cultura dell’accoglienza, elemento indispensabile per far compiere quel salto di qualità tanto sperato. La conoscenza almeno della lingua inglese è uno degli elementi basilari richiesti da una destinazione turistica quale vuole essere Sciacca. Purtroppo, non è facile per i turisti non italiani intavolare un minino di interlocuzione commerciale utile ad agevolare gli acquisti. Sono tracce, queste, che dovrebbero rappresentare un valido vademecum, per le amministrazioni che si succedono, su cui lavorare intensamente, per il bene della città.

Articolo tratto dal quotidiano LA SICILIA pubblicato oggi a firma di Filippo Cardinale

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