“Il carcere è da chiudere”. La presa di posizione, nei giorni in cui emerge prepotentemente la protesta per le condizioni di disagio che si vivono in molti istituti di pena, ed in particolare in Sicilia, è del Centro studi “Pedagogicamente”, che da tempo conduce iniziative per migliorare la vivibilità delle carceri e che redige progetti di assistenza alle famiglie dei detenuti e di recupero degli stessi.

“Una struttura disumana e non a norma – dice il direttore del Centro studi Antonello Nicosia – da diverse ispezioni emege una realtà difficile, anche l’onorevole Bernardini ha relazionato sullo stato dell’istituto, con 12 detenuti in pochi metri quadrati e tanti altri prblemi”. Nicosia ricorda che la sala colloqui non è a norma da circa dodici anni e che anche gli agenti di Polizia penitenziaria affrontano ogni giorno situazioni di disagio.

I quasi 100 detenuti ospiti in questo momento nell’istituto di pena di via Gerardi, da una settimana portano avanti la protesta “Battitura della speranza”, un’iniziativa promossa in ambito nazionale ed in particolare nelle città sede di carceri che sorgono nei centri storici. Ieri anche un lenzuolo con una scritta con vernice spray, esposto da una delle celle che danno su corso Vittorio Emanuele.

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