Nella zona di mare vicino alla costa prosegue l’attività della Soprintendenza del mare e della Lega Navale
Proseguono senza sosta le immersioni dei sub del Gruppo archeologico d’Italia nel sito di Cammordino, dove si trova il relitto di una nave affondata nel 1580, divenuta a tutti gli effetti un’area di mare di grande interesse storico e tutelata dalla Soprintendenza del mare dopo decenni di incontrastati saccheggi.
Dopo i cannoni e tanti altri piccoli reperti individuati e recuperati negli anni ’90 e nel 2008, ora custoditi nel chiostro dell’ex convento dei Gesuiti sede del Municipio, e dopo le bombarde in ferro ed i pezzi d’artiglieria recuperati lo scorso 10 agosto, i sub continuano quasi quotidianamente ad immergersi per tentare di individuare altri reperti e studiare con maggiore attenzione il sito allo scopo di ricostruire la storia della nave affondata a pochi metri dalla riva, probabilmente perché bombardata.
A coordinare l’attività dei sommozzatori Sebastiano Tusa, della Soprintendenza del mare, ma è in particolare alla Lega Navale ed al suo presidente, Gaspare Falautano, che si deve negli ultimi mesi un’accelerazione dell’attività archeologica, in previsione dell’apertura del Museo del mare, la struttura completa ormai da due anni ma ancora inutilizzata a causa di lavori esterni che sono finanziati, ma le cui procedure burocratiche sembrano intricarsi ogni giorno di più.
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