A Gibellina chiesa e altare in casa privata. Vicario a fedeli: “Divieto di partecipare”

Tra gli organizzatori degli atti di culto un ex sacerdote e un uomo che risulta abbia rotto definitivamente la sua comunione con la Chiesa Cattolica
«Divieto di partecipare a qualunque titolo ad atti di culto posti dal sacerdote Vincenzo Avvinti e dal signor Silvestro Martino». È quanto contenuto nella nota diramata stamattina dal Vicario generale della Diocesi di Mazara del Vallo, don Gioacchino Arena, dopo la notizia diffusa dell’erezione dell’arcipretura della Ss. Vergine del pino a Gibellina. Si tratta della casa privata del signor Silvestro Martino dove avverrà la consacrazione della chiesa e dell’altare. «Il signor Martino Silvestro, da quanto ci risulta, ha rotto definitivamente la sua comunione con la Chiesa Cattolica, per aderire formalmente a una aggregazione denominata “Vecchia Chiesa Cattolica in Italia e nel mondo” – scrive nella nota il Vicario generale – di questa aggregazione si professa Arcivescovo metropolita un ex sacerdote, Vincenzo Avvinti, già membro dell’Ordine dei Frati Predicatori (Domenicani)». Nella nota del Vicario è specificato che «tale ex sacerdote, con provvedimento del Superiore Generale dei Domenicani del 22 giugno 2021 – confermato dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica con Rescritto dell’11 agosto 2021 a causa della sua “disobbedienza ostinata alle legittime disposizioni dei Superiori in materia grave”, è stato dimesso dall’Ordine a cui apparteneva a norma dei canoni 696-701 del CIC». Il sacerdote Avvinti, avendo dichiarato di rompere definitivamente la sua comunione con la Chiesa Cattolica è incorso nella scomunica latae sentenziae per il delitto di scisma dichiarata dalla Provincia dei Padri Domenicani con decreto del 28 gennaio 2021. L’invito del Vicario generale rivolto ai fedeli è, quindi, quello di non partecipare a qualunque titolo ad atti di culto eventualmente posti dal sacerdote Avvinti e dal signor Martino, perché si incorre nella scomunica “latae sentenziae”.