Ordine geologi ritiene si debba prestare la dovuta attenzione al rischio Tsunami nel Canale di Sicilia
“Occorre una rete di sorveglianza completa e integrata, oltre a un adeguato sistema di reazione a terra, e senza creare allarmismi nè inutili apprensioni, bisogna stare in guardia, mettendo in campo le necessarie risorse tecniche, scientifiche ed economiche per prevenire l’eventuale risveglio del vulcano sommerso Empedocle”, al largo di Sciacca.
A richiamare la necessità di completare la mappatura di questo vulcano, e di porre la dovuta attenzione al rischio tsunami anche nel tratto di mare compreso tra le coste dell’Africa e della Sicilia meridionale, è stato il consigliere dell’Ordine dei geologi di Sicilia, Giovanni Noto. “Con forma di ferro di cavallo, che misura alla base ben 25 per 30 km – ha spiegato -, è paragonabile per dimensioni all’Etna, anche se più basso, in quanto si solleva solo per circa 500 metri dal fondo del mare.
Le ricerche scientifiche sono iniziate da pochi anni e ancora si deve completare la mappatura del vulcano. Finora, oltre ai pinnacoli al largo di Sciacca, sono state individuate almeno due fumarole con abbondante degassamento, indice della costante attività del complesso vulcanico”. “Anche recentemente, negli Anni ’50, un maremoto ha causato ingenti danni al porto di Sciacca. Inoltre i pescatori locali – ha concluso Noto – hanno memoria di strane maree, dette ‘marrobbio’, che si verificano periodicamente e che sono ampliate rispetto alla normale attività del mare, le cui caratteristiche descrizioni sembrerebbero ricondurre tale fenomeno a quello di piccole onde anomale”.
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