VELLA: “GLI SCAFISTI PRESI IN MEZZO AL MARE DALLE NAVI DA GUERRA SONO PESCI PICCOLI”

Il magistrato Salvatore Vella ha rilasciato un’intervista a Maria Maggiore (Investigate Europe) sul Corriere della Sera, nell’ambito di un interessante reportage “Il grande affare della sicurezza europea. Ecco quanto si spende per i controlli”. Il reportagre riguarda il variegato mondo dell’immigrazione. 

Alla domanda della Maggiore, su chi sono gli scafisti presi dalle navi da guerra in mezzo al mare, il magistrato, che è stato sostituto procuratore a Sciacca, attualmente in servizio ad Agrigento e competente per le indagini sui traffici di esseri umani in arrivo dalla Libia, ha risposto.

“Sono pesci piccoli, non fanno parte dell’organizzazione criminale. Gli scafisti sono pescatori che guadagnano in media 200 dollari all’anno a cui vengono offerti 3.000 dollari per un solo viaggio di 6-7 ore – dice Vella – oppure, sempre più spesso, sono migranti a cui viene offerto un biglietto gratuito, non hanno mai visto il mare. Il giorno prima gli viene spiegato come condurre un barcone di 20 metri con 700 persone a bordo. Questi sono gli scafisti che vengono arrestati in mezzo al mare».

Il business dei traffici è cambiato dall’ottobre 2013, all’indomani del terribile incidente vicino a Lampedusa, in cui morirono 366 persone. Li’ si decide di andare a prendere i migranti prima che affondino, spostando la linea dei soccorsi verso la Libia. “Il business dei traffici si è adeguato con dei viaggi «low cost», i trafficanti hanno capito che potevano mettere gommoni e barche “a perdere”, fatiscenti, piene di buchi, da usare per un solo viaggio, il tempo di uscire dalle acque libiche e chiamare la Guardia Costiera italiana” .

Alla domanda se si sente solo il magistrato di frontiera della piccola Procura di Provincia di fronte a traffici miliardari (ogni viaggio fa incassare circa 700 mila euro), Vella continua.

“Ho bisogno d’interpreti che possano infiltrarsi in queste reti criminali. Per ora sono costretto ad assumere le ragazze nigeriane di un bar. Come posso fidarmi? Ci vorrebbero dei bandi per carabinieri o poliziotti di lingua araba che ci aiutino anche a scoprire le reti di riciclaggio di questi criminali in Europa”.

Dunque l’esperienza della lotta alla mafia aiuta? “Non proprio – ammette il sostituto procuratore Vella – perché il boss lo posso andare a prendere a casa sua, nel nostro territorio. In Libia, non abbiamo nessun contatto con le autorità. Peggio, loro sono tranquilli, perché una volta che la barca è partita, hanno già incassato – e tutto in contanti – non gliene importa niente se il viaggio andrà a buon fine o finirà in una tragedia” .

 

Il reportage integrale è al seguente link: http://www.corriere.it/esteri/16_dicembre_10/grande-affare-sicurezza-europea-ecco-quanto-si-spende-controlli-e2f6f1f4-bec0-11e6-b7f0-2f6636f68ecb.shtml#content1-2

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