Il convivente di Vanessa Scialfa, Francesco Lo Presti, 34 anni, è stato fermato ed è indagato per l’omicidio della giovane di 20 anni. L’uomo da ore è interrogato dagli inquirenti assistito da un legale di fiducia.
Secondo indiscrezioni sarebbe stato proprio lui ad accompagnare la polizia sul luogo dov’è stato trovato il cadavere Vanessa Scialfa sarebbe stata uccisa, strangolata in casa e poi il corpo sarebbe stato lanciato da un ponte della strada statale 117 bis, la Enna-Caltanissetta, nei pressi dell’ex miniera di Pasquasia.
È quanto si apprende da fonti investigative. Il delitto sarebbe stato commesso nell’abitazione di via Filippo Gallina, a Enna, dove la ventenne viveva con il suo fidanzato. L’uomo ha sostenuto che Vanessa è uscita di casa 2 giorni fa dopo un litigio e di non avere avuto più sue notizie.
«Datemelo tra le mani che lo ammazzo…»: lo ha gridato Giovanni Scialfa all’obitorio del cimitero di Enna durante il riconoscimento del corpo della figlia, Vanessa. Nel cimitero sono presenti diversi familiari. Il questore Paolo Patanè e il sostituto Augusto Rio hanno lasciato la zona per recarsi in Questura per gli interrogatori.
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