Leonardo Guarnotta lascia la toga da presidente del Tribunale di Palermo. A settantacinque saluta la magistratura a cui ha dedicato 50 anni di vita. Guarnotta ha fatto parte del pool antimafia, la geniale invenzione di Antonino Caponnetto che riuniva Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Giuseppe Di Lello. Tanto geniale da istruire il primo grandi maxi processo alla mafia, quando fu necessario costruire il bunker dell’Ucciardone per processare decine e decine di pezzi da novanta della Cosa nostra di allora. Per salutare Guarnotta l’aula magna della Corte d’appello si riempie. Arriva pure, e non era previsto, il ministro della giustizia Andrea Orlando, il procuratore aggiunto Vittorio Teresi, il sostituto Antonino Di Matteo, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il procuratore generale Roberto Scarpinato, l’avvocato generale Ignazio De Francisci, Piergiorgio Morosini, consigliere del Csm, l’aggiunto Leo Agueci, Francesco Greco, presidente dell’ordine degli avvocati ma anche i vertici provinciali di polizia, carabinieri e guardia di finanza. E tanti altri.
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