Dopo il cane, il divano del salone d’ingresso della struttura sanitaria di Sciacca ospita anche i… gatti
Il divanetto è sempre lo stesso, quello del salone di attesa dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Sciacca. Un mese fa avevamo documentato che la notte vi dormiva un bel cane bianco, oggi lo stesso spazio è occupato da un bel micino.
Non c’è che dire, accoglienza ed ospitalità nell’ospedale della nostra città non si può dire che non funzionano visto che ci vanno anche… cani e gatti.
Vi sorprenderemo, ma non ci scandalizziamo della presenza di un innocuo animale (in ospedale si può entrare a qualsiasi ora del giorno e della notte senza nessun tipo di controllo ed i furti e gli atteggiamenti vandalici sono ormai all’ordine del giorno) ma dello stato di degrado del divanetto che dovrebbe ospitare l’attesa di utenti. Il divano è sporco e lacerato e ci risulta che a volte vi si addormenano anche familiari di degenti che vengono da fuori città e non hanno la possibilità di andare in albergo. Questo non è il modo di rendere accogliente un luogo di cura, la direzione generale può dare tutte le spiegazioni che vuole, ma la sensazione di tutti è proprio quello di una struttura che con la riforma ospedaliera siciliana non è più quella di una volta. Senza autonomia gestionale ed economica, l’ospedale di Sciacca è a pieno titolo un presidio sanitario al pari degli ospedali (rispettabili) di Licata, Canicattì e Ribera. E l’atmosfera di degrado e di ridimensionamento la si può toccare con mano ogni giorno e in tutti i reparti.
L’ospedale di Sciacca può ospitare davvero tutti, cani e gatti compresi, ma qualità e servizi non sono quelli che la gente si attende.
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