Un matrimonio che non è mai esistito: 15 anni di battaglie per un amore cancellato dalla burocrazia

Loredana e Giuseppe si sposano in chiesa, ma il parroco dimentica di trasmettere gli atti al Comune. Quando arriva la separazione, scoprono che per lo Stato non sono mai stati marito e moglie.
Un matrimonio da favola, celebrato nel suggestivo santuario della Madonna di Montalto, con vista sullo Stretto, amici, fiori, promesse e anelli. Ma per lo Stato italiano, quelle nozze non sono mai esistite. È la surreale vicenda di Loredana Mirci e Giuseppe D’Agostino, raccontata dal Corriere della Sera, che ha trasformato un sogno d’amore in un incubo legale lungo quindici anni. Dopo un anno di vita insieme, la coppia decide di separarsi. È allora che scopre l’incredibile: il matrimonio non è mai stato trascritto nei registri civili. Il parroco, don Lorenzo Campagna, aveva dimenticato di inviare al Comune gli atti necessari entro i cinque giorni previsti. Un errore che ha reso l’unione inesistente agli occhi della legge.
Loredana tenta di rimediare con una trascrizione tardiva, ma Giuseppe si oppone: non vuole rendere valido un matrimonio ormai finito. La donna allora cita in giudizio l’ex compagno, il parroco e la Curia, chiedendo un risarcimento per i danni morali ed economici, compresi i mutui contratti per le nozze e l’arredamento della casa. La causa arriva in tribunale nel 2019, ma il giudice respinge il ricorso. La Corte d’Appello conferma e la Cassazione, con un’ordinanza del 2 settembre 2025, dichiara il ricorso inammissibile. «Chiedevamo i danni da violazione di promessa di matrimonio» spiega l’avvocato Alberto Ciccone, «ma non c’era prova sufficiente».
Don Lorenzo, oggi 86enne, ammette la dimenticanza: «Gli incartamenti erano finiti sotto altri documenti». Loredana non si è più risposata. Di Giuseppe, nessuna traccia. Paradossalmente, per la Chiesa il matrimonio resta valido. Una storia che lascia l’amaro in bocca e insegna che anche l’amore può naufragare… per colpa della burocrazia.