dal nostro corrispondente di Ribera, Matteo Orlando
Cari Giovanni, Emanuela e Benedetto (così saresti stato chiamato piccolo angelo che Emanuela portava in grembo), avete visto quanti riberesi sono accorsi a salutarvi, a pregare per voi, a confortare i vostri familiari? Dalle ore 10 circa, all’apertura della camera ardente, fino alle ore 21 circa, presso la cappella del Cimitero, un numero sterminato di vostri amici e conoscenti, riberesi e non (è difficile azzardare una cifra, ma credo più di 7 mila) vi hanno reso omaggio prima dedicandovi una visita presso la sala consiliare, poi pregando per voi durante la Santa Messa (nella festa liturgia proprio di San Benedetto) presso la Chiesa Madre e infine al Cimitero dove le vostre spoglie mortali riposeranno nell’attesa della resurrezione dei corpi, quando alla vostra anima si riuniranno i corpi che saranno ricomposti da Nostro Signore (è verità di fede cattolica!).
La Chiesa Madre era gremita in ogni ordine di posti (sia a sedere che in piedi). Tante persone non sono riuscite ad entrare e affollavano la piazza Duomo e parte del Corso Umberto I. Hanno concelebrato tutti i sacerdoti riberesi (qui in missione o nativi della nostra cittadina, come Padre Francesco Guarino o Padre Giuseppe Lentini). Assenti Padre Giacinto Di Franco e Padre Gerlando Lentini (per motivi di salute) e Padre Luciano Augello (che stava celebrando in contemporanea il funerale presso la Chiesa di Santa Teresa del padre – grande lavoratore – del conosciutissimo calciatore Vincenzo Montalbano).
All’arrivo delle bare alla Chiesa Madre la commozione ha toccato il suo vertice. E stato interrotto, nella sua parte terminale il Santo Rosario (lo stesso che con tanto amore guidava Emanuela nella Chiesa dell’Immacolata) ed è cominciato il rito. Durante l’omelia don Pino Maniscalco ha ricordato i due giovani (Emanuela era stata la prima riberese che ha incontrato prima del suo arrivo nella nostra cittadina, perché era andata a intervistarlo per Paesemio) e gli insegnamenti che ci hanno lasciato sul valore della famiglia fondata sul matrimonio, sull’amore vicendevole, sulla vita vissuta nella gioia e nella semplicità. Dopo la transustanziazione, moltissime persone hanno ricevuto – in un incredibile ord¬ne nonostante la grande folla – il corpo e il sangue di Cristo, pegno della vita eterna.
Al termine della funzione hanno preso la parola, per la Caritas Cittadina, Rosetta Riggi, che ha ricordato l’impegno di Emanuela per i più bisognosi e la collaborazione e la simpatia di Giovanni. Quindi ha preso la parola il Sindaco di Ribera, Carmelo Pace, che ha svelato di essere stato tra i pochi ad aver visto i corpi dei due giovani dopo l’incidente e – ha ricordato – li ha visti sorridenti, come lo erano stati nella loro breve vita. Il Presidente del Consiglio Comunale e il Segretario dell’MPA cittadina, rispettivamente Giuseppe Tortorici e Giuseppe Brisciana, hanno ricordato i caratteri e lo stile di Emanuela e Giovanni mentre il direttore di Paesemio, Enzo Minio, ha ricordato, visibilmente emozionato, qualche aneddoto relativamente a Emanuela e Giovanni, trascinandosi nel pianto chi scrive, ma anche il cofondatore del giornale, Giuseppe Maria Sgrò e gli altri giovani che hanno avuto l’onore di collaborare con Emanuela.
Foto di Enzo Minio
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