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TRUFFA E FRODE ALLA CANTINA CORBERA: 16 INDAGATI

Sono 16 le persone finite nel registro indagati della Procura della Repubblica. Si tratta dell’ex presidente della cantina Corbera Paolo Femminella, Roberto Aurienti, enologo, Calogera Antonia Giambalvo, dipendente della cantina con funzione di analista biologa, Antonino Milazzo, legale rappresentante di una società, Giovanni Favaloro, consulente della cantina, Antonino La Rocca, Anna Mauceri, Calogerino Tumminello, Antonino Alfano, Basilio Cicio, Giuseppe Contino, Francesco Russo, Salvatore Saladino, Vincenza Barbera, Francesco Valenti e Rocco Abate, componenti del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale.

La Procura ha notificato la conclusione delle indagini. Secondo gli investigatori, sarebbe stato consegnato vino bianco alla “Martini e Rossi” la cui qualità sarebbe stato diversa da quella dichiarata. Ma, secondo le indagini, vi sarebbero anche presunte truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche, fatture che non sarebbero state corrispondenti a lavori eseguiti presentate all’assessorato regionale agricoltura, nell’ambito di progetti relativi al patto territoriale Valle del Belice. Per Paolo Femminella le ipotesi di reato sono frode nell’esercizio del commercio, associazione a delinquere, truffa, mendacio e falso interno alla banca.

I fatti risalgono alla vigilia di natale del 2009, quando ignoti, si intromisero nella Cantina Corbera, svuotando 12 silos che contenevano 2.860 ettolitri di vino di qualità, finito nelle fognature. Il danno procurato fu di circa 300 mila euro. Fu l’episodio iniziale delle indagini. Poi gli inquirenti si misero sulla pista di una presunta associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio mediante l’alterazione del vino prodotto e venduto ad alcune grosse aziende, nonché alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Indagini che portarono ad una serie di perquisizioni, al sequestro di documentazione e quantitativi di vino, poi dissequestrati.

L’inchiesta generò un vero e proprio terremoto fra i viticoltori che chiesero di far luce sulla reale entità dei debiti ed il saldo del prodotto conferito degli anni precedenti. Nel giugno 2010 si dimise l’intero consiglio di amministrazione.

“Consiglio di Amministrazione – dichiara il legale Serafino Mazzotta – ha prennunciato di costiturisi parte civile in caso di rinvio a giudizio degli indagati”.

Redazione Corriere

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