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TRIBUNALE, SI TENTA IL TUTTO PER TUTTO, MA SENZA PIU’ POLITICI DI MEZZO

Astensione dalle udienze fino al 22 luglio. In campo anche i sindaci

Assemblea di avvocati e dipendenti del palazzo di giustizia questa mattina per fare il punto delle iniziative da intraprendere per protestare contro la decisione del consiglio dei ministri di accorpare il tribunale di Sciacca ad Agrigento. A parte la trafila di interventi contro il mondo politico, i ministri, i sottosegretari che negli anni sono venuti a Sciacca e tutti i loro riferimenti locali, c’è stato anche un momento di autocritica da parte di chi riteneva che tenendo un profilo basso il risultato sarebbe stato raggiunto.

Oggi, invece, si decide di usare le maniere forti (ma niente occupazione) per sottolineare il grave danno che il territorio avrebbe per un provvedimento che non produrrà nemmeno grandi benefici economici per il bilancio dello Stato.

I sindaci dei Comuni del comprensorio consegneranno la fascia tricolore al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, mentre gli avvocati organizzeranno un corteo in automobile da Sciacca ad Agrigento nel corso del quale, rispettando rigorosamente la velocità prevista nel codice della strada, raggiungeranno Agrigento.

E’ inoltre in preparazione il ricorso contro il decreto, giudicato anticostituzionale per eccesso di delega, mentre un telegramma è partito in queste ore all’indirizzo del Ministro Paola Severino per evidenziare quanto sia penalizzante per tutti eliminare la sede giudiziaria saccense. Dalla riunione è emerso ancora un certo ottimismo: lo schema di decreto legislativo deve compiere ancora gli ultimi due passaggi: mancano i pareri non vincolanti delle commissioni giustizia di Camera e Senato e del Csm e la stesura definitiva prevista a settembre. Appello, infine, ai parlamentari agrigentini, invitati a votare contro il provvedimento, motivando tale voto contrario. 

Qualcuno ha detto che ci sarebbero i margini per depennare dalla lista delle chiusure quelle situazioni limite che non ce l’hanno fatta a superare i criteri oggettivi stabiliti dalla legge delega e tradotti nel decreto. Sciacca potrebbe quindi continuare a sperare insieme a Chiavari, che ha un palazzo di Giustizia nuovo di zecca, e Castrovillari, dove se ne sta ultimando un altro costato parecchi milioni, oltre a Lamezia Terme, città dilaniata dalla criminalità, Cassino e Caltagirone. I ripescaggi potrebbero quindi esserci, ma da queste parti si ritiene ormai che si deve mettere in piedi un’organizzazione civica e non più affidarsi alla politica.

Redazione Corriere

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