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TRIBUNALE, NIENTE CLIMATIZZAZIONE. AULE GIUDIZIARIE ROVENTI

Il clima africano di questi giorni rende il palazzo di giustizia meno abitabile delle grotte-stufe di San Calogero

Più che aule giudiziarie quelle del primo piano del palazzo di giustizia, la D e la E, sono davvero aule penali non perché a far da padrona è il codice di competenza, ma per il fatto che si sconta la sofferenza del caldo asfissiante.

Ai piani del Tribunale il climatizzatore ad ogni inizio della stagione estiva va in tilt. Nula di nuovo perché l’impianto centralizzato risente del tempo (non meteo), nel senso che è obsoleto e non ce la fa più.

L’aria era davvero pesante, asfissiante. Giudici monocratici e collegio giudicante sono stati messi a dura prova dalle ore 9 alle 19. Seguire i dibattimenti indossando la toga, carezzati da un’aria sahariana, è stata (e continua ad essere) davvero dura. Solo sostegno psicologico era l’aria spostata da piccoli ventilatori. Strumenti che non fanno altro che spostare l’aria calda che impera nelle aule. Il pubblico ministero che fa la requisitoria, o l’intervento nel dibattimento, che con una mano deve tenere il foglio degli appunti e con l’altra il foglio che funge da ventaglio. Anche lui in toga, naturalmente. Poi c’è il collegio di difesa. Le avvocatesse boccheggiano, ma prudentemente hanno estratto dalla borsa il ventaglio. Toga, in una mano il codice, nell’altra il ventaglio. Gli avvocati sono sulla difensiva, hanno la toga, hanno il codice, ma non il ventaglio. Maledetta tradizione che vuole che questo mezzo tecnologico connoti troppo il genere femminile. La clemenza di qualche avvocatessa fa si che con nobile gesto quel mezzo tipicamente femminile passi nelle mano dei colleghi maschi. Ma si, chissenefrega. Meglio del caldo torrido.

Il personale delle cancellerie non ha scampo. Se aprono le vetrate entra l’afa, se le chiudono è peggio che entrare nelle rinomate stufe di San Calogero. Ieri c’era una squadra di tecnici, ma non sapeva che pesci prendere.

Forse si è rotta una scheda. Ancora non si sa bene, ma l’impianto non va. E’ auspicabile un intervento tecnico capace di risolvere il problema. Un preventivo è sembrato caro all’Uffico che si occupa del patrimonio. La manutenzione del palazzo di giustizia spetta al Comune. Ora ne attendono un altro.

Il vero problema è che l’impianto di climatizzazione centralizzato non ce la fa più a pompare aria fresca. 

In Procura, invece, il tempo è migliore. Grazie solo alla presenza di climatizzatori singoli.

Cambia stagione, ma non i problemi. D’inverno, in quelle aule e in quegli uffici, la temperatura è siberiana perché spesso manca…il gasolio.

Redazione Corriere

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