TERME, MASSIMO RASO: “PONIAMO NOI LE DOMANDE A TURRICIANO”. LA CGIL REPLICA ALL’INTERVISTA DEL COMMISSARIO LIQUIDATORE

L’intervista del Dott. Turriciano, Amministratore Unico della Terme di Sciacca SPA dal 2009 e liquidatore dal 2011, pubblicata sul “Corriere di Sciacca”, lascia veramente sbigottiti e vediamo il perché. Con questa premessa, la Cgil interviene dopo la nostra intervista a Turriciano.

La Cgil perte dalla “lunga ed articolata declaratoria sull’accertamento dei debiti e dei crediti fatta, presumiamo, all’atto del suo insediamento, e cioè nel 2009. Verificata quindi sei anni fa questa circostanza resta da chiarire come mai tale difformità sia stata riscontrata così tardivamente”.

Secondo Massimo Raso, segretario generale della Cgil agrigentina, “è passato un bel po’ di tempo tra i dati rilevati nel 2009 (suo primo anno di gestione), quelli rilevati nel 2011 e finalmente quelli complessivi del 2015. Sei anni per accertare le difformità sono veramente troppi, e comunque dopo averle accertate (ed averne informato presumiamo la proprietà regionale), tali difformità sono state denunciate? E’ stata attivata una azione di responsabilità nei confronti dei precedenti amministratori?”

Poi Raso continua soffermandosi sull’attività di liquidazione dell’attivo, perché (come dice lo stesso Turriciano) “un’azione di risanamento è impossibile. Per essere chiari questo significa lo “spezzatino dei beni immobili” da noi denunciato”, chiosa Raso.

Il massimo esponente della Cgil agrigentina sottolinea anche che “se i debiti sono cresciuti in maniera esponenziale dall’atto del suo insediamento nel 2009, ed era già allora sufficientemente chiaro dai risultati della precedente gestione 2006/2009 che la società non poteva reggersi sul mercato con i soli fatturati dei servizi erogati termali e ricettivi, perché lo stesso commissario/liquidatore si è fatto autorizzare dalla Regione la prosecuzione della gestione e soprattutto le assunzioni? E perché già qualche anno dopo non è stato fatto quello che un liquidatore avrebbe dovuto fare, e cioè fermare il drenaggio di risorse per evitare la dilatazione dei debiti?”

Per Raso, “a pensare male si fa peccato ma spesso – diceva Andreotti che di questo se ne intendeva – si indovina: non è che tra il 2009 ed il 2012 si sono per caso svolte elezioni, prima comunali e poi regionali? Mah! Oggi dichiara Turriciano che la chiusura è un atto dovuto. Ma non lo era pure molti milioni di euro fa? Queste dichiarazioni non ci convincono, così come non ci convince affatto la latitanza ed il pilatesco atteggiamento del Comune di Sciacca sulla ricerca delle responsabilità. Questa vicenda, che ha ormai assunto contorni sui quali speriamo che possa fare luce la magistratura, ci convince ancora di più della bontà dell’iniziativa che abbiamo attivato con l’esposto presentato la settimana scorsa”.

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