TERME, MARTEDI’ PROSSIMO L’APPROVAZIONE DEL BILANCIO 2014: DUE MILIONI DI EURO DI PERDITA

In nove anni la società termale ha accumulato perdite per 10 milioni di euro (Il capitale sociale è di 14,5 mln). Nel 2014 ogni giorno ha perso 5.500 euro

Continuiamo a rilevare – come abbiamo scritto qualche giorno fa – che sulle Terme prosegue un “assordante silenzio”, un mix di rassegnazione, impotenza e imbarazzo. Qualcuno, anche quelli che imputavano magari a chi si è sforzato in questi mesi di ribadire che le fantasiose soluzioni, o come sono stati chiamati “progetti”, che spuntavano quotidianamente erano aria fritta (amministratori, sindacalisti, politici, ecc.), ha finalmente capito che non c’era nessun progetto, nessuna seria proposta, nessuna vera capacità di affrontare il problema e di risolverlo.

Tra qualche giorno si consumerà, crediamo, l’ulteriore ed estremo passaggio: l’assemblea del socio unico Regione ((è prevista per martedì prossimo) per il bilancio che prenderà atto degli ulteriori due milioni di euro di perdita maturati nel 2014 e che portano a più di dieci milioni i debiti accumulati in nove anni, con una media proprio nello scorso anno di 5.500 euro al giorno.

Ma ormai crediamo che nessuno più voglia continuare a rischiare una propria responsabilità (civile, penale, amministrativa, contabile), oltre quelle già consolidate, per tenere in piedi un meccanismo che dal 2006 ha assicurato soltanto prebende, nomine, voti, passerelle politiche e chi più ne ha più ne metta.

In realtà sul piano politico tutti gli artefici (tanti) e i complici (tantissimi) di questo fallimento sanno bene che non rischiano nulla per almeno due motivi: il primo è che le Terme a Sciacca non interessano a nessuno, e la dimostrazione sta nel fatto che nei dibattiti e nei confronti mediatici le Terme hanno occupato l’ennesimo posto dopo il carnevale, via Amendola, il teatro Samonà, la scerbatura, ecc..

Il secondo motivo è che nessuno ha saputo trovare per tempo, cioè subito dopo l’errore storico commesso nel 2005 da un Governo regionale ottuso e da rappresentanti politici del territorio e delle istituzionali locali acquattati su quelle sciagurate posizioni (ma che già si fregavano le mani pensando alle prebende, alle nomine e ai voti), le soluzioni che già a quel tempo erano percorribili.

Ma torniamo al bilancio 2014.  L’Assemblea dovrà prendere atto della situazione economica e – questa volta, finalmente, – assumere una decisione sulle conseguenze, attivando tutte le procedure che fermino questa costosissima deriva che è già stata pagata troppo, non solo in termini economici, ma soprattutto sociali dalla Città e dai lavoratori delle Terme.

Bisognerà obbligatoriamente adottare quelle azioni che la legge impone tanto al liquidatore quanto al Collegio sindacale, ma che impone anche alla proprietà e cioè alla Regione. Queste soluzioni non potranno che portare alla liquidazione della società come conseguenza dell’impossibilità di una sua ricapitalizzazione (dopo la prescritta riduzione del capitale sociale), perché non riusciamo ad immaginare una Regione che decida di mettere una quindicina di milioni di euro nella SPA.

Ma la Regione, cioè ribadiamo l’unico socio della società per azioni, non dovrebbe attivare una azione di responsabilità nei confronti di chi ha gestito e controllato, compreso l’ufficio regionale competente? E come ha fatto in questi dieci anni ad approvare tutti i bilanci? E qualcuno non dovrebbe a sua volta attivare una azione di responsabilità nei confronti di una proprietà che ha consentito un tale depauperamento?

Sono domande che noi possiamo solo farci, che altri avrebbero il dovere di farsi e, soprattutto, il dovere di cercare le risposte!

Noi sappiamo soltanto che il turismo cittadino, non quello delle megastrutture del Resort Forte o della Fintur, ma quello dei piccoli investitori dei B&B che hanno con grandi sforzi tentato di diventare imprenditori di un’offerta turistica accessibile e diversificata (già danneggiato da un abusivismo che nessuno contrasta) sta uscendo devastato dalla chiusura delle Terme, con un crollo di oltre il 50% della domanda che porterà, probabilmente, ad ulteriori chiusure.

Complimenti! Vorremmo solo sperare che l’Amministrazione comunale, i consiglieri, i movimenti, le associazioni, questa volta con un sussulto di dignità, possano essere in prima fila nel denunciare le responsabilità e, dove sarà necessario, chiedere anche i risarcimenti per quello che la Città ha perso.

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