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TERME, INIZIA LO SPEZZATINO: IN VENDITA L’EX MOTEL AGIP

Il valore della vendita è di 1.6 milioni di euro. Sembra la proiezione di un film preannunciato da tempo, quello dello smembramento di un patrimonio

Il commissario liquidatore Carlo Turriciano deve fare cassa e inizia a vendere gli immobili per tentare di risanare il grosso deficit finanziario che la Terme di Sciacca Spa ha prodotto nei suoi 9 anni di vita. La sua attività liquidatoria è alla fase finale e adesso spetta a quella più fastidiosa: la vendita di gioielli di famiglia per pagare i debiti. E’ una fase che è obbligatoria e che rispetta le normative vigenti, considerato, appunto, il grave stato finanziario in cui si trova la società termale. Il valore del bene posto in vendita è di 1.6 milioni di euro. Poca roba rispetto agli oltre 10 milioni di euro di deficit.

Inizia, dunque, la fase della vendita dei beni. Una fase che rende concreta l’opinione che da tempo circola in città, secondo cui il destino delle terme è già segnato da tempo con l’obiettivo di spezzettare il vasto patrimonio. Un’opinione che sembra confortata dal tempo che la Regione fa scorrere inesorabilmente. L’obiettivo più semplice, quello del bando pubblico per l’affidamento in gestione delle strutture termali, si infrange tra le maglie di una politica sorda cui fa paio una dirigenza regionale che sembra in sonno.

Il bando doveva essere pubblicato nel 2010. Poi una serie di vicende tragico-comiche. Primo bando è stato un flop, tra l’altro pubblicato “in sordina” e contenente errori. Del secondo bando si parla ma nessuno l’ha visto. Inutili le parole dell’assessore al Turismo, Li Calzi, che nel febbraio scorso, all’inizio, venne a Sciacca dicendo che sarebbe uscito dopo pochi giorni. Poi la chiusura delle strutture termali, per decisione dell’assemblea dei soci (l’unico socio è la Regione).

E poi ancora una serie di iniziative da parte delle istituzioni locali ma anche di associazioni. Un tentativo per calamitare l’attenzione della Regione a rivedere la decisione dello stop alle attività termali. Nulla di fatto, compresa quella commedia di affidamento all’Asp di Agrigento. Dalla direzione generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale nessuno cenno di risposta. Neanche un misero “non ci interessa”. Il silenzio più fitto.

E nel silenzio più fitto emerge sempre più la convinzione che le terme sono lasciate al loro destino. O al destino già dipinto dove le pennellate indicano una direzione precisa: che le terme vadano a finire nelle mani di amici della politica.

Redazione Corriere

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