TERME, GIOCO DELL’OCA E CLIMA DI ELEZIONI

Nulla togliendo all’impegno dell’avvocato Ignazio Messina, che ha ottenuto dalla Regione tutta la corrispondenza intercorsa tra la Regione e il Comune di Sciacca, possiamo serenamente affermare che ciò che ha illustrato ieri ai giornalisti, nel corso della conferenza stampa, è in nostro possesso da tempo e il nostro giornale (con un archivio consultabile di 42.543 articoli in 10 anni di attività online) sulla stessa corrispondenza ha pubblicato numerosi articoli. Anzi, spesso anticipando la ricezione del Comune di lettere della Regione con la pubblicazione delle epistole medesime.

Semmai, Ignazio Messina e l’associazione Ora Basta, della quale è autorevole rappresentante, ha bene evidenziato le criticità e i punti deboli di un percorso nato male, condotto peggio, e che finirà nel nulla cosmico.

Ha bene sintetizzato che i 19 mesi trascorsi tra l’atto notarile di riconduzione dei beni termali alla Regione (non tutti) e la concessione dei beni parziali al Comune sono la rappresentazione plastica del gioco dell’oca.

La prima casella del noto gioco inizia nel dicembre 2012 quando la Regione siciliana pubblica  la richiesta di manifestazione di interesse per l’affidamento delle Terme di Sciacca che non andrà a buon fine. La storia si diverte, e l’assessore di allora e lo stesso di oggi: Gaetano Armao.

Altra tappa del gioco è il 6 marzo 2015 , quando la Regione guidata da Rosario Crocetta e dal PD, scelleratamente decide di chiudere le Terme di Sciacca

Il 25 ottobre 2017, a poche settimane dalle elezioni regionali, Il sindaco Francesca Valenti sottoscrive  Il Contratto di Concessione  dei beni immobili delle Terme di Sciacca per 50 anni al Comune di Sciacca.

Dal 25 ottobre 2017 ad oggi, sono trascorsi 19 mesi senza riuscire a verificare  lo stato di consistenza del patrimonio termale.

1 Aprile 2019 Il sindaco Franesca Valenti, in una trasmissione televisiva, comunica che la Regione nel giro di qualche settimana pubblicherà il bando. Poi si corregge, non è un bando ma un avviso per la manifestazione di interesse.

Ecco che siamo giunti alla casella iniziale del dicembre 2012. Stessa procedura che ha prodotto il nulla.

In tutto questo arco di tempo trascorso, 19 mesi, si sono prodotte diverse lettere tra Regione e Comune di Sciacca. Ad un sollecito della Regione ad adempiere al completamento del verbale di consistenza ha risposto il Comune discolpandosi. Una corrispondenza nella quale è evidente che le due parti fanno a gara a scaricarsi le colpe. Ma i 19 mesi trascorsi palesano paradossi incredibili. Mancati accatastamenti, mancati passaggi di altrui beni che risultano ancora in capo alla Terme di Sciacca Spa, dimenticanza di inserire nel passaggio il centro di produzione dei fanghi, cuore per il funzionamento delle terme.

Le ultime due lettere risalgono al 15 e al 18 marzo 2019. La Regione il 15 marzo scrive al comune sollecitando documenti; il 18 marzo il Comune di Sciacca risponde che nessuna richiesta di integrazione era pervenuta al Comune. Ping pong epistolare, di cui i due Enti sono davvero campioni.

Queste le due ultime lettere: LETTERA REGIONE 15 MARZO 2019     LETTERA COMUNE SCIACCA 18 MARZO 2019

Ci crea sospetto forte una coincidenza: la concessione dei beni (ancora non valida giuridicamente per la mancanza del verbale di consistenza) è avvenuta ad un mese dalle elezioni regionali del 2017. Oggi, l’annuncio della pubblicazione (da effettuare ancora) dell’avviso per la manifestazione di interesse avviene nel clima delle elezioni europee. Sarà, certamente, un caso che, dispettosamente, si verifica con svizzera puntualità.

Noi crediamo che la manifestazione di interesse, così per come stanno le cose, sarà snobbata. A chi interessa, di “importanti” imprenditori, manifestare interesse per un albergo di 80 posti letto, che andrebbe demolito e ricostruito secondo le attuali concezioni dell’hotelleria. Uno stabilimento termale che ha le caratteristiche dell’ospedaletto quando nel mondo la gente va alla ricerca di nuove forme di benessere. Agli “importanti” imprenditori viene esclusa la possibilità di fruire dell’unicum mondiale: le stufe di San Calogero. Anche l’ex Motel è escluso, insieme alle due strutture ricettive di San Calogero. Queste strutture, sommate, potrebbero alzare i posti letto a 400. Una cifra che è profondamente diversa da quella di 80.

Il danno peggiore è che le terme sono finite nelle maglie di culture non imprenditoriali quali la Regione e il Comune. Eppure, un percorso era già stato individuato con la scelta dell’advisor Sviluppo Italia-Sicilia. Società pubblica che aveva già tutto pronto, dal verbale di consistenza alle relazioni strategiche basate su studi economici e di aspettative del mondo del turismo.

Non c’è di peggio di quando si costruisce sulla base già errata. Poi si accumulano errori su errori fino a creare un pantano di difficile soluzione. E’ quello che è successo già nel dicembre 2005 con la nascita della Terme di Sciacca Spa e il passaggio dei debiti ad essa, senza nessun apporto di capitale. Poi la politica ha fatto il resto, come sempre, ma nel solo modo in cui eccelle: l’insufficienza.

Filippo Cardinale

 

Per chi vuole approfondire la vicenda cartacea dal rogito notarile del 2017 ai giorni attuali può consultare la documentazione nel file in PDF : Terme di Sciacca (documentazione)


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