TERME DI SCIACCA: IO SONO COLPEVOLE! LO SFOGO DI SIMONE DI PAOLA CONTRO UNA STORIA PARADOSSALE E INCREDIBILE

Sulla questione delle terne, il nostro giornale è stato sempre in prima linea, portando avanti un’azione martellante e costante. Riceviamo un contributo da parte del consigliere comunale Simone Di Paola. Un contributo che pubblichiamo integralmente considerato l’argomento.

 

L’inizio della svendita “spezzatino” del patrimonio termale, con il Motel Agip, costituisce la classica quadratura del cerchio, il tassello mancante di un puzzle iniziato circa 20 fa e che oggi giunge a compimento.

Ho sempre detto che l’obiettivo della politica regionale è sempre stato quello di disfarsi di un patrimonio così grande eppure così complesso da gestire, da amministrare e da valorizzare; obiettivo perfettamente coincidente con i famelici appetiti di quei numerosi affaristi e speculatori, da sempre attaccati al seno di “Mamma Regione” che, ne sono certo, adesso torneranno alla carica, pronti ad acquistare i cespiti appartenenti a tale immenso patrimonio per un piatto di lenticchie! Meglio non ricordare poi la barzelletta, perché questo è il termine giusto per definirlo, del “bando fantasma”, che avrebbe dovuto rilanciare le nostre Terme sui mercati internazionali, attraendo l’attenzione e l’interesse di grandi imprenditori, promesso e annunciato una miriade di volte, ma mai concretizzatosi nei fatti; a meno che non si vogliano definire bandi internazionali quei “compitini rinsecchiti” redatti in passato da oscuri ed inadeguati burocrati regionali, che non avrebbero attratto l’attenzione di privati nemmeno per l’acquisto di un villino, e che infatti sono andati deserti.

Quanta inadeguatezza e quanta inconsapevolezza poi nelle infinite “visite passerella” dei numerosi Assessori regionali susseguitisi dai tempi di Cuffaro ad oggi, venuti nella nostra Città a recitare una parte in copione scritta da altri, a prenderci in giro con mirabolanti promesse e sogni pindarici, ma mai seriamente intenzionati a salvaguardare e difendere questo immenso patrimonio nel giusto modo; anche perché, diciamocela tutta, le nostre terme, nelle intenzioni della politica palermitana, non sono mai state considerate un luogo di crescita e di sviluppo economico, ma solo un feudo politico elettorale, un luogo dove “impostare” qualche amico del potente di turno e dove praticare un pò di sano assistenzialismo, coltivando clientele in dosi da cavallo.

Ma oggi proprio non me la sento di prendermela con gli altri, di attribuire soltanto alla classe politica e dirigente regionale e nazionale una responsabilità che invece è anche nostra, della nostra comunità, delle sue scelte, della sua condotta e, se mi è consentito, della sua ignavia.

E visto che non mi piace puntare il dito verso altri, oggi voglio farlo contro me stesso: Io sono colpevole, colpevole, da saccense, di non aver mai amato nel giusto modo il nostro patrimonio più grande, di non averne compreso appieno le enormi potenzialità, di non aver saputo spiegare ai miei concittadini il valore di scendere in piazza, non soltanto a difesa dei lavoratori, ma anche e soprattutto a difesa dell’identità stessa della nostra Città, di aver consentito con la mia indifferenza che altri ne facessero carne da macello, giungendo infine a disporne lo smembramento e dunque l’annientamento.

Colpevole, da amministratore di questa Città, per non aver contribuito, nel mio piccolissimo ruolo di consigliere comunale, a mettere in campo azioni di lotta decise e determinate, ai limiti della disobbedienza civile, di essere disposto a tutto per far capire alla politica regionale che avrebbero dovuto sfidare una comunità intera prima di fare altra violenza alle nostre terme, limitandomi invece ad “educatissime” manifestazioni di pubblico dissenso; colpevole per aver consento in questi anni che la Città di Sciacca, un tempo cuore pulsante della politica agrigentina e da sempre capace di eleggere parlamentari saccensi degni di tal nome, sia nel tempo diventata un “granaio di voti” per Agrigentini, favaresi e gente di ogni altra parte della provincia, coronando il sogno di quella politica “agrigentocentrica” di ridurre il ruolo della nostra Città a quello di un miserabile “feudo elettorale”, di mettere il bavaglio alla sua classe dirigente e di renderla ininfluente nei luoghi e nelle sedi decisionali palermitane e romane.

Colpevole infine per aver sostenuto un Governo, quello attuale che, pur non avendo nessuna responsabilità per i disastri economico finanziari del passato, targati centro destra, che, di fatto, hanno condotto alla chiusura delle nostre terme, dopo 20 anni di mala amministrazione, verrà storicamente ricordato come il Governo che ha messo i lucchetti ai cancelli dello stabilimento e del Grand Hotel e per di più lo ha fatto con l’atteggiamento ed il contegno di chi se ne infischia altamente.

Colpevole di essere un militante di un partito, i cui deputati ed assessori regionali, non soltanto non sono si sono sempre tenuti ben lontani dalla questione, facendo perdere le loro tracce, lasciando il PD e la CGIL di Sciacca soli a combattere la classica battaglia di Don Chisciotte contro i mulini a vento, ma ancora ritengono di dover tenere in piedi un esecutivo ed un Presidente che ha palesemente perduto la fiducia e la stima di tantissima gente che, come me, ha creduto in lui e che oggi pensa che l’unico gesto nobile che egli dovrebbe compiere è quello di andare a casa, insieme a chi lo ha sostenuto e che, avendolo sostenuto acriticamente e supinamente, oggi ha il dovere di condividerne le sorti politiche.

Di tutto questo sono colpevole e ritengo che se anche altri, assai più qualificati di me facessero lo stesso esame di coscienza sarebbe un buon viatico per iniziare a restituire dignità ed onorabilità ad una comunità che vuole disperatamente tornare ad essere rispettata, amata e salvaguardata per come merita.

Simone Di Paola

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