TERME DI SCIACCA, DELIBERTO E MANDRACCHIA: “L’ENNESIMA E, FORSE, ULTIMA BEFFA”

“Le soluzioni prospettate dal Sindaco e dal suo “staff” non sono, e non erano, percorribili”

“A distanza di quindici giorni sulle Terme bisogna raccontare, secondo il nostro punto di vista, ai cittadini dell’ultima beffa”. A raccontarla sonbo i consiglieri comunaliCinzia Deliberto e Paolo Mandracchia.

Lo scorso 26 maggio la delegazione politica di NCD comunale (Sindaco Di Paola, Presidente del Consiglio Bono, Capogruppo Alonge, il senatore Marinello) è ricevuta per una riunione “tecnica” dal Presidente Crocetta, per risolvere in modo definitivo la vicenda delle Terme di Sciacca. Alla riunione partecipa anche la dirigente Terranova del servizio Partecipazioni dell’Assessorato all’Economia, l’ufficio che avrebbe dovuto già da molto tempo predisporre il terzo bando, magari stavolta fatto meglio dei primi due, ma non è presente il liquidatore della Terme di Sciacca SPA, Turriciano, unico soggetto titolare della gestione e responsabile della società nominato, anzi confermato, da Crocetta.

Ci chiediamo per quali motivi Turriciano non sia stato invitato, probabilmente quanto è stato “relazionato” a Crocetta, anche a firme congiunte, comincia a far sorgere qualche dubbio al Governatore. I deputati regionali agrigentini, La Rocca Ruvolo e Mangiacavalo, pure arrivati alla Presidenza della Regione anche se non invitati, è inizialmente vietato l’ingresso con la scusa che era una riunione tecnica dimenticando che dentro c’erano i “tecnici della politica Saccense” il Sindaco, il Presidente del Consiglio, il Capogruppo NCD e il Senatore Marionello. Comunque la riunione, cronometrata in circa dieci minuti, la metà dei quali riservata agli interventi dei tecnici, finisce talmente bene che subito il Sindaco sente il bisogno di telefonare alle emittenti locali per elogiare l’atteggiamento “positivo e “deciso” di Crocetta che davanti a Lui ha chiamato Ficarra, Direttore Generale ASP, e gli ha “ordinato” la gestione dello stabilimento termale, ordinando pure (a che c’era) alla Terranova il mini bando per la gestione di terzi del Grand Hotel delle Terme. Strette di mano, abbracci, baci, auguri e tutti tornano a Sciacca felici e contenti.

L’indomani mattina, di buon’ora, il Sindaco “convoca” a palazzo di Città i disoccupati delle Terme comunicando che “tutto è compiuto”, che il problema è risolto, che grazie al Lui, anzi al progetto Di Paola, come l’ha chiamato Alfano durante l’inaugurazione del teatro Samonà, le Terme riprenderanno la loro attività a breve. Su una questione così delicata per la nostra città non possiamo rimanere silenti difronte alla faciloneria, la superficialità e l’approssimazione con cui Crocetta ormai da qualche tempo tratta un problema le cui soluzioni sono complesse e di difficile approccio tecnico. Tantomeno possiamo andare a “braccetto” utilizzando le parole del Sindaco “tutti insieme a braccetto per risolvere il problema terme”, quando Lui stesso trasforma una riunione tecnica in uno spot NCD. Forse preludio di nuovi scenari di maggioranze all’ARS, considerato che maggioranza Crocetta non ne ha più e che il Segretario regionale del PD suggerisce, per il bene della Sicilia, una omologazione della maggioranza romana non solo a sala d’Ercole ma in tutto il territorio siciliano.

In questi anni sulle Terme c’è chi prima applaude, poi contesta e poi magari applaude di nuovo, per cui si deve andare al di là di questo ormai grottesco gioco delle parti per provare a spiegare, e ormai non è difficile, perché le soluzioni prospettate dal Sindaco e dal suo “staff” non sono, e non erano, percorribili.

Quando la Terme di Sciacca SPA fu costituita il Governo regionale del tempo, decise che il capitale sociale doveva essere costituito solo dai beni in possesso dell’Azienda; il capitale sociale è la dotazione economico-finanziaria di una società che inizia con la costituzione la propria vita d’impresa. Nel capitale sociale ci possano essere non solo soldi ma anche beni immobili e mobili; in questo caso deve essere fatta una valutazione economica di questi beni da un perito nominato dal Tribunale. La valutazione ha stabilito che il valore dei beni era poco più di 14 milioni di euro (dati disponibili su internet) per cui il capitale della società fu fissato in quel valore.

Il capitale sociale a causa delle perdite, come abbiamo già scritto qualche tempo fa ricevendo solo insulti dalla compagine che governa la città che ci accusava di partecipare al valzer delle sciocchezze senza che nessuno abbia verificato l’attendibilità delle dichiarazioni, dovrebbe essere ridotto secondo quanto prescrive la legge (e poi ricostituito pena la liquidazione della società), rappresenta l’unica garanzia per i creditori della società, anche se ci hanno spiegato che non è l’unica perché quando una SPA ha un solo azionista, scattano regole che prevedono una responsabilità illimitata per tutti i debiti contratti.

Ma se i beni che la SPA gestisce sono il suo capitale sociale, e cioè la garanzia dei dieci milioni debiti accumulati, allora non si può stipulare un contratto di affitto con un terzo soggetto, perché se poi qualche creditore inizia un’azione esecutiva sui quei beni ci sarebbero ulteriori contenziosi, perché quei contratti sarebbero irregolari in quanto potrebbero sottrarre garanzie ai debitori; quindi i terzi affittuari se li vedrebbero sfilare, magari dopo avere sostenute spese per la loro gestione, e anche lì ulteriori cause e danni.

E nemmeno la Regione potrebbe decidere di metterci i soldi per appianare tutti i debiti, perché si configurerebbero come aiuto di stato violando le regole dell’UE sulla concorrenza. 9 giugno 2015, sono passate ben due settimane da quella “storica” soluzione decisa in pochi minuti. L’ennesima beffa, forse l’ultima.

La verità è che chi inventa “progetti” e soluzioni impercorribili, chi continua in una gestione di bassa politica, chi minimizza, chi invita a mantenere il profilo basso, chi minaccia, chi sostiene che affermare la verità su questi indegni balletti danneggia i lavoratori, è ormai complice di tutte le responsabilità, di quelle di ieri (di chi ha gestito) e di quelle di oggi (dei fiancheggiatori dell’ultima ora), perché bisogna riconoscere che si era capito da qualche tempo che questa soluzione, tanto cara, era, ed è aria fritta.

Archivio Notizie Corriere di Sciacca