Come è ovvio, l’assessore Cleo Li Calzi è stata chiara: nel bando non può esservi l’obbligo di riconferma dei lavoratori stagionali
L’assessore regionale al turismo Cleo Li Calzi ha incontrato i lavoratori termali, quelli con contratto stagionale. Forse, in molti si aspettavano promesse e impegni che non trovano riscontro con la realtà. Forse è colpa di qualche scellerato “onorevole” che qualche settimana precedente, incontrando i lavoratori, parlò della possibilità di un’assunzione stabile da parte della Regione.
Cleo Li Calzi è stata chiarissima. “E’ fuori legge inserire nel bando per la manifestazione di interesse dei privati clausoile che tendono alla riconferma dei lavoratori stagionali”.
“Al massimo- continua Li Calzi- possiamo evidenziare che esistono dei profili che hanno acquisito professionalità ed esperienza nel campo delle prestazioni termali”. Chiuso argomento lavoratori.
La Li Calzi si è soffermata molto, invece, su politiche di marketing turistico. La sua idea è condivisibile. Chiunque comprende cosa è il turismo non può che essere d’accordo con l’assessore al Turismo.
La Sicilia deve diventare una destinazione turistica. Guai a far persistere la cultura del campanile, bisogna fare sistema. Per trasformare la Sicilia in una destinazione turistica appetibile sono necessari alcuni fondamentali: accessibilità diretta agli aeroporti. Dunque, collegamenti diretti con le principali città mondiali. Bisogna rendere interessante egliere la Sicilia che deve essere in grado di offrire, in modo sinergico, tutte le potenzialità che detiene: dall’arte al clima, dai monumenti all’artigianato, dalla cultura allo storia, dal paesaggio all’enogastronomia.
Per quanto riguarda il bando per la manifestazione di interesse, la Li Calzi sta facendo un tour fitto incontrando imprenditori internazionali vogliosi di investire in Sicilia. Parla loro dell’imminente bando e la possibilità che offre. Insomma, la Li Calzi vuole attirare l’attenzione degli investitori ancor prima che il bando esca. Il rischio di un flop sarebbe la fine delle Terme.
Ad oggi è ben nota la disattenzione dei vertici del governo regionale nei confronti delle Terme di Sciacca e spesso chi ha preceduto l’assessore Li Calzi non ha portato in città notizie certe sul programma della Regione Sicilia.
Attuale è il rischio che le Terme facciano la fine di altre società partecipate della Regione, inutili e in perdita.
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