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TAGLI AL BILANCIO 2014 PER 360.000 EURO. LA REVISIONE DELLA SPESA PER EVITARE L’APPLICAZIONE DEL 2,5 PER MILLE DI TASI

La tassazione dell’1,6 per mille sulla prima casa si farà sentire sul portafoglio del contribuente. Certamente in maniera inferiore rispetto all’aliquota iniziale prevista del 2,5 per mille. 

L’assessore al Bilancio, Ignazio Bivona, ha utilizato la scure per reperire 360.000 euro, necessari per applicare l’1.6 per mille. Tagli vari ai capitoli dei vari assessorati, lotta più serrata al recupero delle tasse (potenziando l’ufficio tributi). Siccome la coperta è sempre più corta, alla fine la revisione della spesa avrà riverberi sui servizi erogati alla collettività. Per fare un esempio, la scerbatura non potrà essere assicurata in maniera più consona ad una città come Sciacca. 

E’ una realtà che, certamente, non dipende dalla volontà delle amministrazioni locali. E’ un gioco subdolo dei Governi centrali che si sono succeduti. L’esigenza di aumentare la tassazione locale inizia quando Berlusconi taglia l’Ici. E’ vero che il contribuente non pagherà la tassa sulla casa, ma è pur vero che da qualche altra parte i soldi devono entrare nelle casse comunali. E così è stato. Poi è stato un crescendo, anche di confusione e incertezza. 

Ma ritorinando al Consiglio comunale di ieri sera. L’Amministrazione è riuscita a far passare l’aliquota dell’1.6 per mille rispetto all’ipotesi iniziale del 2,5 per mille. L’Imu sale dello 0,8 per mille (cifra finale 10,1), mentre la Tari, almeno come dice l’assessore Bivona, rimane invariata. Una manovra che non vuole colpire le attività produttive. 

Un ulteriore abbattiemnto della spesa pubblica può giungere dal nuovo bando per la raccolta dei rifiuti. Si partirebbe da 5,2 milioni di euro come base d’asta. Ma nella cifra è previsto anche la pulizia delle spiagge e la scerbatura. Questa strada porteberre ad un abbattimento di circa 500.000 euro

Rimane assurda la spesa di 400.000 euro per il randagismo. Come esorbitante è la cifra per le rette di ricovero: 1.900.000 euro. Ma in questa cifra ci sono le imposizioni giudiziarie, alle quali non si può certamente dire di no. 

 

Redazione Corriere

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