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Sulla gestione dell’Aica ennesimo attacco della Consulta: “Si rischia il commissariamento”

AGRIGENTO- Ennesimo attacco alla gestione di AICA da parte della consulta delle associazioni dei consumatori, organo di controllo esterno dell’azienda idrica dei Comuni agrigentini.

In una nota firmata dal presidente della Consulta, Alvise Gangarossa, si focalizza la gestione della società consortile pubblica dopo appena sei mesi dalla sua costituzione, ha chiuso il primo bilancio con  una perdita di oltre 1.300.000 euro. «Il 6 febbraio prossimo – spiega in una nota il presidente della consulta- scadrà il termine entro il quale il servizio idrico integrato dovrà definitivamente mettersi in regola, dimostrando la virtuosità del proprio operare per le gestioni interamente pubbliche. Inoltre il decreto legislativo del 2022, non consente il finanziamento di progetti a valere sul Pnrr per gli ambiti non in regola. Infine, il progetto già finanziato prevede l’ installazione e la sostituzione di tutti i misuratori a consumo, ma non si hanno tempi certi sulla sua effettiva realizzazione. Nella consapevolezza che lo stato economico/finanziario del gestore non consente di affrontare gli oneri derivanti dall’acquisto e dall’installazione dei dispositivi di misura, dato l’elevato numero di utenze attualmente a forfait – aggiunge Gangarossa – la consulta chiede di responsabilizzare l’Ente di Governo d’Ambito perchè emetta, al più presto, una delibera che applichi un coefficiente perequativo alle utenze a forfait, che allinei, in tempi certi, la spesa di tali utenze alla media delle utenze con misuratore idrico».

La consulta, inoltre,  chiede al Cda di Aica ed all’Ati di sollecitare la cessione di reti e infrastrutture della società per azioni Voltano e determinarne lo scioglimento, come stabilito dal la sentenza n. 2/2021 del Tribunale Superiore delle Acque.

«Tutte queste iniziative – conclude Gangarossa – consentirebbero: di accelerare in maniera significativa il processo di risanamento delle casse di Aica ed il consequenziale miglioramento gestionale; di scongiurare sanzioni da parte dell’Arera per la mancata applicazione delle delibere e di non gravare ulteriormente sulle tasche dell’utenza regolare, oggetto di ulteriore aumento tariffario a partire dal primo gennaio 2023 e sulle casse dei Comuni soci, già in precari e condizioni in termini di di bilancio. Infine di superare la perdurante disparità di trattamento tra utenti destinatari dello stesso servizio».

In buona sostanza, c’è il rischio – secondo la consulta – del commissariamento dell’Ambito e la successiva apertura ai privati, della gestione ad Agrigento, oltre ai danni di natura economico /finanziaria (danni erariali) e ai procedimenti penali per omissione in atti d’ufficio e abuso d’ ufficio.

Filippo Cardinale

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