Non si placano le polemiche nella Dda di Palermo dopo il blitz che ha consentito l’arresto del boss di Sambuca di Sicilia
Al centro dello scontro nella Procura antimafia di Palermo c’è Leo Sutera, storico esponente delle cosche agrigentine: da due anni era intercettato dai carabinieri, e di recente era stato oggetto di approfondimenti anche da parte dei servizi segreti. Qualche mese fa, gli 007 dell’Aisi avevano addirittura trovato le tracce di un pizzino scritto da Messina Denaro a Sutera.
Più di recente, il Ros aveva intercettato Sutera a colloquio con un suo uomo, che raccontava di un incontro col super latitante. Erano seguiti lunghissimi pedinamenti in campagna: per spiare i summit fra Leo Sutera e alcuni boss trapanesi e palermitani era stato messo in campo persino un aereo spia, il “Predator”, fiore all’occhiello dell’Aeronautica militare.
Ecco perché Teresa Principato e i suoi sostituti, Marzia Sabella e Paolo Guido, avevano chiesto con insistenza a Messineo di rinviare il blitz della polizia, che avrebbe decapitato la cosca di Sutera. Ma l’operazione, con 49 arresti, è scattata comunque, il 26 giugno. Finito Sutera in cella, la Principato ha scritto una email di fuoco ai colleghi. E la risposta di Messineo è stata altrettanto pesante: secondo il procuratore, la pista del Ros sarebbe stata troppo generica.
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