Stupro di gruppo, “il minorenne se ne vantava”

Depositata la motivazione della sentenza di condanna di uno componenti dello stupro di gruppo consumato al Foro Italico nella notte del 7 luglio dello scorso anno

Mancanza di «senso di umanità» e «allarmante brutalità». Due tra i passaggi più pregnanti
con cui il gup Maria Pino motiva la sentenza di condanna a 8 anni e 8 mesi in abbreviato nei confronti
di Riccardo Parrinello, 18 anni, per lo stupro di gruppo consumato al Foro Italico. E’ stata depositata la sentenza emessa dal tribunale per i minorenni, che ha giudicato il ragazzo in quanto all’epoca dei fatti era ancora minorenne ed avrebbe agito con altri 6 complici.
Il giudice dipinge l’imputato definendolo «indifferente rispetto al dramma della vittima», la 19enne, tanto che non si è nemmeno creduto al suo pentimento, esplicitato dallo stesso Parrinello in alcune dichiarazioni fatte nel corso del dibattimento: «Sono molto pentito e ho iniziato a considerare anche la posizione della vittima» erano state le sue parole. Ma su questo passaggio nelle motivazioni il Gup scrive: «Ha dichiarato un generico pentimento per l’accaduto contestualmente rappresentando il malessere proprio e dei suoi familiari ed una esigenza di aiuto riferita unicamente a sé».
Il giovane, secondo i magistrati, ha tentato di sminuire il proprio ruolo e viene definito come
«concentrato su sé e sulle sue difficoltà a stare nel processo penale». «I processi di rispecchiamento
ed empatia sono risultati limitati ai propri affetti», dice la sentenza. Sul piano poi tecnico-giuridico è
stata anche giustificata la pena rispetto al fatto che l’imputato avesse la consapevolezza della
sopraffazione fisica, conseguita dal gruppo e dell’entità delle sofferenze cagionate alla vittima. Il
tribunale ha poi spiegato l’accanimento del branco pur a fronte della tragica condizione della giovane,
stremata tanto da perdere ripetutamente i sensi: «Il compiacimento per l’azione compiuta risaltano
con evidenza tale – viene scritto nelle motivazioni – da non esigere esplicazione alcuna né commento
e danno compiuta ed allarmante contezza della materialità del fatto e della intensità del dolo
dell’imputato».
I coimputati, tutti maggiorenni, sono ancora sotto processo in un altro procedimento anche perché
tutti maggiorenni all’epoca dei fatti e sono ancora tutti detenuti. In un un’ulteriore passaggio il collegio
del tribunale che ha giudicato Parrinello ha sottolineato che il ragazzo ha espresso un giudizio di
grave disvalore nei confronti della vittima. «Piena», infine, l’attendibilità della vittima.