Dalle aule dei tribunali amministrativi, la vicenda si è spostata in quelle della giustizia ordinaria. Una vicenda che dura da anni e che tocca anche una corposa richiesta di risarcimento danni
La partita relativa alla vicenda Tamoil, la stazione di rifornimento che doveva sorgere in via Verona, dopo essere stata trasferita da Porta Palermo, finisce in tribunale. In verità, la partita, fino ad oggi, è stata giocata nelle aule dei tribunali amministrativi, e la ditta Micalizzi, di Ribera, proprietaria del terreno, ha segnato punti a vantaggio.
Ma oggi il terreno di scontro si è spostato nella aule della magistratura ordinaria. La Procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio per i tecnici comunali, Giuseppe Bivona e Giuseppe Liotta.
L’ipotesi d’accusa per i due tecnici, secondo la Procura, è quella di falsità ideologica in atti pubblici. In particolare, secondo la magistratura inquirente, l’ipotesi di reato si riferisce alla nota 2957/urb. dell’11 maggio 2011, al provvedimento n. 24387 del 2 agosto 2011 e alla nota 945/urb del 5 febbraio 2013.
Secondo la Procura, i due tecnici avrebbero attestato “falsamente fatti dei quali gli atti in questione erano destinati a provare la verità, ovverosia che l’area di proprietà dei fratelli Micalizzi sulla quale era stata in principio autorizzata la realizzazione di un impinato di carburante Tamoil (foglio 110 particelle 105 e 1898) ricadeva in minima parte in zona M e per il resto aveva differenti destinazioni urbanistiche, mentre il vero è l’esatto contrario”.
Ad assistere i due tecnici sono gli avvocati Pasquale Marchese per Bivona e Giuseppe Brancato per Liotta.
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