Stasera seduta consiliare. Termine ancora con una giunta sfilacciata e il Pd impantanato

Un assessore che non c’è più, Certa, un assessore, Mannino, che ha ricevuto un benservito e che ricorda la vittima dei trenta danari. Il Pd che alza il tiro alla ricerca di più poltrone

SCIACCA- Se il contesto politico che la città sta vivendo fosse stato il contrario, cioè fosse a targa del centrodestra, il Pd e i rivoluzionari mizzichini avrebbero incitato alla rivolta sociale, avrebbero scaricato Tir di improperi, denunciati scandali e la solita politica del vecchio. Invece, silenzio. Per il più accanito accusatore del Pd che la città abbia avuto, Fabio Termine, è tutto normale. Vi ricordare gli strali rivolti alla sindaca Francesca Valenti? L’autore del con tutti tranne che con il Pd, motto smentito poi dal matrimonio elett5orale per la conquista della poltrona da sindaco, rimanere imbrigliato nel gioco del Pd è quasi cosa buona e giusta. Il Pd sembra imbambolato e inebriato in una indecisione anche e soprattutto da parte del suo cardine di riferimento, il deputato Michele Catanzaro, il quale deve bilanciare la priorità delle sue prospettive e aspirazioni con il contraltare e la necessità di tenere un equilibrio politico cittadino che di fatto lo ha ingessato. Sindaco e deputato sembrano due pazienti del reparto di Ortopedia: ambedue ingessati. Stasera si celebra la seduta del Consiglio comunale. Il sindaco si presenta con un assessore che non c’è più (Certa), un assessore (Mannino) licenziato nel modo meno appropriato calpestando le regole del bon ton, un aspirante assessore (Curreri) che sta alimentando gli introiti della compagnia aerea per i suoi viaggi andata e ritorno Pisa-Palermo, una assessora (Sinagra) che sa di essere in bilico. Ma soprattutto, un sindaco che ha visto dimagrire, quasi fino all’anoressia, il suo movimento. Un sindaco che vede sulla sua scrivania il manuale di Massimiliano Cencelli messo a bella vista dal Pd che chiede tre assessorati. Il vecchio non è solo ieri, continua ad essere anche oggi.