Il turismo torna a correre in Italia e con esso anche le entrate fiscali legate all’imposta di soggiorno. Nel 2024, i comuni italiani hanno incassato complessivamente 760 milioni di euro da questa voce, con un incremento del 19% rispetto all’anno precedente e un balzo impressionante rispetto al 2020, anno nero della pandemia, quando il totale si fermò a 251,6 milioni. Esclusa Roma Capitale, che adotta un sistema di conteggio differente, la crescita è diffusa ma con un protagonista assoluto: la Sicilia.
Con oltre 40,5 milioni di euro incassati nel 2024, la Sicilia si posiziona in cima alla classifica nazionale per incremento percentuale del gettito da tassa di soggiorno. Un aumento del 37% rispetto al 2023, che supera di gran lunga la media nazionale e testimonia il crescente appeal dell’isola tra i turisti. A seguire, il Trentino-Alto Adige (+35%) e l’Abruzzo (+33%) completano il podio. Nel giro di tre anni, i comuni siciliani che applicano l’imposta sono passati da 71 a 93. I pernottamenti hanno generato quasi il doppio delle entrate rispetto al 2022, quando si fermarono a 22,8 milioni. Palermo guida la classifica regionale con 8,7 milioni di euro, quasi raddoppiando il risultato dell’anno precedente (4,8 milioni). Siracusa segue con un incremento da 1,3 a 2,3 milioni.
Nonostante la performance siciliana, il Nord Italia resta il principale beneficiario della tassa di soggiorno, con oltre 450 milioni di euro incassati, pari a circa il 60% del totale nazionale. Tuttavia, il Mezzogiorno mostra segnali di recupero, trainato soprattutto dalle isole, che registrano una crescita del 29%.
A livello nazionale, Firenze si conferma al vertice per incassi assoluti, con 76,9 milioni di euro nel 2024, in crescita del 10% rispetto all’anno precedente. Milano segue a ruota con 76,5 milioni (+23%), accorciando le distanze dalla città toscana. Venezia, pur mantenendo la terza posizione, rallenta la corsa e chiude l’anno con poco meno di 40 milioni (+4%).
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