La Sicilia si conferma fanalino di coda nell’attuazione dei progetti di edilizia sanitaria previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). A denunciarlo è un report della CGIL nazionale, aggiornato a giugno 2025, che fotografa una situazione allarmante: su 143 Case di Comunità previste, ne è stata completata una sola, a Patti, in provincia di Messina. Il dato è emblematico di un sistema che arranca: appena l’11,8% dei fondi stanziati (pari a 29.407.217 euro su un totale di 249.051.314) è stato effettivamente speso, contro una media nazionale del 17,1%.
Ancora più grave è il quadro relativo agli Ospedali di Comunità, strutture pensate per alleggerire il carico dei pronto soccorso e garantire cure intermedie sul territorio. In Sicilia, a giugno 2025, non risulta completato alcun progetto. I pagamenti effettuati si fermano all’8,9% del totale, mentre la media italiana si attesta al 15,1%.
Il capitolo “sicurezza e sostenibilità” delle strutture sanitarie non offre segnali di miglioramento. Anche qui, nessun intervento è stato portato a termine, e i pagamenti si fermano al 10,6%, ben al di sotto della media nazionale del 24%.
La CGIL Sicilia, per voce del segretario generale Alfio Mannino e del componente della segreteria regionale Francesco Lucchesi, lancia un duro atto d’accusa contro il governo regionale e l’assessora alla Salute. «Abbiamo più volte sollecitato un incontro per affrontare la situazione – dichiarano – ma non abbiamo ricevuto alcun riscontro. È incredibile che, nonostante i continui allarmi e una condizione che definiremmo tragica, non ci sia stato quel colpo di reni necessario per cambiare passo».
Secondo i sindacalisti, il problema non è solo infrastrutturale, ma anche organizzativo. «Si è indietro con la costruzione di strutture che dovrebbero rappresentare presidi territoriali fondamentali per un sistema sanitario pubblico in affanno. E non si vedono interventi concreti per incrementare il personale, condizione imprescindibile per garantire prestazioni efficaci, rapide e accessibili a tutti».
La CGIL denuncia inoltre che le risposte ricevute finora si sono limitate a «miseri aumenti percentuali», insufficienti a invertire la rotta. «Questi dati – concludono Mannino e Lucchesi – confermano il trend di inefficacia di una politica che sembra non rendersi conto della gravità della crisi sanitaria in Sicilia».
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