Sfratto locali dell’Agape: si alza un coro di protesta da parte delle associazioni di volontariato
SCIACCA. Un coro di protesta si alza per dire no allo sfratto dei locali dell’Asp di Agrigento in cui opera l’associazione Agape di Sciacca. Ma anche un coro di solidarietà che proviene da una moltitudine di associazioni di volontariato: dal referente di Delegazione Cesvop Calogera Daniela Campione, dal presidente COVOPRO Rita Motalbano, dalle associazioni Crescere Insieme di Sciacca, Cinque S Onlus di Sciacca, AVULSS Sciacca, ABIO Sciacca, Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti Aps-sezione territoriale di Agrigento, Fenice Onlus, Prometeo Gruppi di volontariato di Montevago, Santa Margherita, Sciacca.
Hanno scritto una lettera all’Asp di Agrigento chiedendo la revoca dello sfratto. Una richiesta, quella dell’Asp, ” che ha lasciato tutto il mondo del volontariato e dell’attivismo sociale e non solo, esterrefatto e sconcertato per la decisione presa. Tutta la comunità di Sciacca conosce il grande valore di questa associazione per le attività di socializzazione, inclusione e integrazione svolte a favore dei ragazzi disabili nel territorio da oltre 30 anni, e grazie esclusivamente all’impegno delle famiglie, dei volontari e dei generosi sostenitori”, scrivono.
“Genitori che si sono rimboccati le maniche in assenza totale di strutture socio-sanitari, come per esempio quella dei centri diurni ove svolgere terapie occupazionali e che non hanno mai tralasciato di ringraziare l’Asp per i locali assegnati in locazione. Grazie a questi locali, infatti, è stato possibile ampliare l’offerta delle attività svolte, creando, ad esempio il laboratorio di cucina, di ceramica, di motoria, di teatro sociale, di giardinaggio, di musica e di didattica”.
“I familiari con il tempo hanno adattato e migliorato gli spazi adeguandoli a misura di ciascuno di loro. La città tutta si unisce e si stringe intorno all’associazione Agape per chiedere all’unisono che non venga privata di questi locali, che con il tempo hanno assunto un valore di grande ricchezza, divenendo, così, un patrimonio prezioso capace di far crescere il livello di civiltà non solo degli associati ma di tutta la città, che non vuole assistere inerte davanti ad un’inevitabile involuzione di questi ragazzi, privati altrimenti, in assenza di struttura idonea, di ogni forma di relazione e di svago”.
Le associazioni auspicano “una risoluzione positiva a favore del mondo della disabilità e che finalmente le Istituzioni tutte si prendano carico dei ragazzi diversamente abili, creando un centro diurno con terapie occupazionali in corresponsabilità con le famiglie”.