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SCUOLA VIA BRIGADIERE NASTASI: VERSO UNA SVOLTA

Era lo scorso 15 settembre quando scoppiò il caso. Molte le anomalie denunciate dai genitori. Poi la scoperta della mancanza dell’autorizzazione

Gli uffici della Procura della Repubblica sono sul punto di concludere le indagini relative alla vicenda della scuola elementare di via Brigadiere Nastasi.

Rimane ancora in corso una residua attività investigativa che nel giro di pochi giorni giungerà a termine.Folta è la documentazione a disposizione della magistratura inquirente, frutto di un’attività investigativa svolta in modo capillare e certosina.

Vi è un obiettivo primario che è la stella polare degli accertamenti: gli uffici della Procura sono determinati nel fare chiarezza e nell’individuare eventuali responsabilità che, nella fattispecie, sarebbero rappresentate da un ventaglio non certo ristretto. Proprio per centrare senza esitazioni l’obiettivo investigativo è stato svolto un lavoro in profondità.

La vicenda, come abbondantemente nota in città,  risale esattamente al 15 settembre dello scorso anno, proprio nel giorno dell’inizio delle attività scolastiche quando ben 12 classi di scolari sono state costrette a trasferirsi altrove per le condizioni inidonee dei locali, situati a piano terra di un edificio di diversi piani.

I genitori degli scolari non consentire il prosieguo delle lezioni in quelle condizioni ritenute fuori norma. Aule piccole destinate a ospitare un numero di scolari assai superiore rispetto al rapporto superficie-scolari. Mancanza di ventilazione, e altri anomalie lamentate dai genitori.

Dopo qualche giorno, fu fatta luce su una vicenda inquietante: si scoprì che non vi erano le necessarie autorizzazioni rilasciate dal Comune. Fu un crescendo di “scoperte” di inadempienze tecnico-amministrative che toccano diversi soggetti e uffici.

Dunque, nel giro di pochi giorni, si porrà il punto fermo alla fase investigativa. E’ assai probabile che la fase finale delle indagini prosegua con l’inizio di quella giudiziaria vera e propria, quando le responsabilità avranno un nome e cognome.

Redazione Corriere

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