Esercitava abusivamente la professione medica in uno studio improvvisato a Raffadali  e con l’aiuto di una coppia di coniugi che gli procacciavano i clienti. Lo hanno scoperto i Carabinieri in una indagine lampo, nata a seguito di alcune segnalazioni ricevute da cittadini del luogo che indicavano che un marocchino, da poco stabilitosi a Raffadali, aveva iniziato ad esercitare la professione di fisiatra, con il supporto di una coppia di coniugi.

I dubbi erano concentrati sul timbro apposto sulla documentazione rilasciata ai clienti, a anche per l’efficacia discutibile di alcune terapie somministrate. Quando poi i Carabinieri hanno accertato che non era iscritto all’albo dei fisiatri, è subito scattata la manovra investigativa con servizi svolti da militari in borghese, per accertare le abitudini ed i luoghi frequentati dal sedicente fisiatra.

Poi il blitz nello studio abusivo del marocchino. Lì i Carabinieri hanno trovato diversi macchinari ed elettrostimolatori, nonché alcuni blocchetti di ricevute sanitarie. Il marocchino non ha prodotto alcun titolo abilitativo che dimostrasse di poter esercitare la professione. I carabinieri lo hanno condotto in caserma e identificato.

Diverse sono state le testimonianze e le denunce raccolte dai militari dell’Arma, relative a terapie, manipolazioni ed elettrostimolazioni effettuate su ignari pazienti. Al termine degli accertamenti, i Carabinieri della Stazione di Raffadali hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria il marocchino A. A. 48 enne, così come  la coppia che lo aiutava, per truffa ed esercizio abusivo della professione medica, sequestrando altresì lo studio improvvisato dallo straniero, i macchinari e la documentazione sanitaria prodotta, da cui è emerso che il sedicente fisiatra avrebbe illecitamente intascato, complessivamente, circa 50.000 euro.