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SANSONE E I FILISTEI, OVVERO IL “REGALO” DI BONO AGLI EX ALLEATI

EDITORIALE di Filippo Cardinale

E’ inutile nasconderlo. Il Pd è nella bufera, scosso perennemente da venti interni che sono peggio delle burrasche. E’ spaccato e non riesce a individuare un candidato. L’Mpa dedica l’attenzione alla formazione della lista e si è tirato fuori dalla voglia di individuare un nome da candidare a sindaco. Strano che in una città governata da due autorevoli assessori, dalla presenza di riferimenti di sottogoverno, dalla presenza del potente riferimento del Presidente della Regione, cioè dall’onorevole Roberto Di Mauro, agrigentino, l’Mpa si tira indietro dalla partecipazione diretta alla corsa per la conquista della poltrona di sindaco. Fli ha proposto Gioacchino Marsala. Almeno una proposta l’ha fatta, nella consapevolezza di poter giocarsi la sua partita. L’Api è in “confusione” come ha dichiarato il suo leader Nuccio Cusuamno. Ma la confusione è il riverbero della troncatura della sindacatura Bono. Difficilmente l’Api può avanzare la candidatura di Simone Di Paola per ovvie ragioni familiari. Filippo Bellanca, invece, vede più lontano, e comunque non ci sarebbero le condizioni ideali per lui.

Sansone è morto e si è portato con sé i filistei. Vito Bono ha fatto un danno ai suoi ex alleati che solo adesso si percepiscono meglio gli effetti.

Le dimissioni anticipate e repentine, ma soprattutto meditate nel suo silenzio dimostrano che si configurano nell’ottica della “vendetta”. Che il medico Vito Bono non era più in grado di sopportare il peso della sindacatura era noto assai, nonché evidente. Ma che egli abbia portato con sé nel baratro gli alleati per fare loro “male”, non vi è dubbio.

Il “regalo” che Vito Bono ha voluto fare ai suoi ex alleati è evidente: un disastro. Ecco, muoia Sansone con tutti i filistei. C’è riuscito, Vito Bono. E i suoi alleati ci sono cascati come ragazzini imberbi. La vecchia maggioranza ha perso un’occasione di rilancio dopo il disastro. Aveva una sola possibilità, individuare un nome di elevata caratura, di prestigio, attorno al quale convergere gli sforzi e dimostrando che quell’alleanza rimaneva valida e che aveva il limite di una guida, Vito Bono, non adeguata al compito. I cocci della vecchia alleanza sono evidenti. Lo scossone di Vito Bono anche.

Tutto ciò è il peggiore dono che potevano fare alla città.

Redazione Corriere

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