SANITA’ IN SICILIA, LA PRECARIETA’ CONTINUA

Il riordino della sanità in Sicilia subirà un rinvio fino al dicembre 2017. Questo sembra essere il risultato di un accordo raggiunto dall’asse Roma-Palermo, e che il ministro della Salute Lorenzin concederà alla Sicilia.

Sulla notizia c’è oggi un intervento della Camera del Lavoro, che ipotizza come l’accordo nasca a seguito dell’ingresso del NCD di Alfano nella nuova maggioranza con Crocetta, e parla di grave danno.

“Per capire la portata del danno che il sistema sanitario siciliano subirà – dice Franco Zammuto della Cgil – è sufficiente verificare come le altre regioni si sono organizzati per realizzare i risparmi di spesa e ottimizzare l’efficienza e l’efficacia dei loro sistemi sanitari regionali. La Toscana dal I° gennaio ridurrà da 12 a 3 le aziende Sanitarie che si sommeranno a soli quattro aziende Ospedaliere, mentre in Emilia Romagna ci sarà una sola azienda Sanitaria. In Sicilia, per via della decisione di rinviare a ridosso delle elezioni del 2018 l’adeguamento al sistema sanitario nazionale, rimarranno 9 ASP, 8 aziende Ospedaliere, 61 distretti sanitari di base. Probabile che in tanti tirino un sospiro di sollievo nel sapere che tanti distretti sanitari rimarranno al loro posto. Probabili che molti funzionari e dirigenti beneficeranno della conservazione delle poltrone. Coloro che non ci guadagneranno saranno i tanti cittadini che continueranno a vivere nell’incertezza e nella precarietà di una sanità sempre meno efficiente efficace ed economica”.

“La Camera del Lavoro di Sciacca – aggiunge il sindacalista – sarà sempre in prima linea a battersi per una sanità che funzioni, ma fino a quando saremo governati da una politica che privilegia interessi meschini agli interessi dei cittadini sarà difficile per qualunque comitato ottenere i risultati che si intendono raggiungere”.

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