SAN GENNARO HA FATTO IL MIRACOLO IN SINERGIA CON LA MADONNA DEL SOCCORSO. E INTANTO PACE FATTA TRA PIZZERIE SACCENSI E CGE: “SONO DUE PROPOSTE DIVERSE”

Risuscitato il carnevale, dopo due anni di stop. Ma a qualcuno non basta. L’animo dei Luna e Perollo domina sempre

Al museo del carnevale si è svolta la festa della presentazione del carnevale. Del carnevale rinato, del carnevale miracolato. Forse, una parte assai minoritaria dei saccensi, qualcuno magari spinto da un eccesso di cultura guerrafondaia, ha manifestato un eccesso di critica, spesso senza fondamento alcuno. E nella presentazione della festa, di sassolini dalle scarpe ne sono stati tolti.

A iniziare dal legale della Cge, amareggiato dalle critiche dure, ancorché senza fondamento, ma che, comunque, è incoraggiato dall’affetto e dall’accoglienza della stragrande maggioranza della gente. “Noi napoletani e voi siciliani abbiamo in comune una cultura che il mondo ci invidia”.

Anche Elio Bonsignore sì è tolta la scarpa, liberando il piede da sassolini insopportabili. “Io non sono il genero di Sergio Rusciano (il patron della Cge) come qualcuno malignamente ha diffuso”. E poi sullo sponsor della birra Forst: “Il marchio è anche sponsor della trasmissione che va in onda su Rete 4. E’ stato lo sponsor del carnevale di Viareggio. Non riesco a capire perché a Sciacca fa “scandalo”. Ha poi illustrato l’importanza di avere a Sciacca la vetrina nazionale di Rete 4 che dedicherà 6 puntate a Sciacca e al territorio. Si parlerà molto del carnevale, ma anche delle eccellenze di Sciacca. Ha, infine, concluso incitando i saccensi “ad avere il coraggio delle innovazioni”. Della trasmissione, Elio Bonsignore è l’autore.

E a proposito di miracoli, quello più recente “è l’abbraccio tra le pizzerie di Sciacca e la Cge”, ha spiegato il sindaco Fabrizio Di Paola. “Abbiamo concluso una riunione nella quale è stato spiegato la sostanza del Pizza Village. I titolari di pizzerie di Sciacca hanno compreso bene che la proposta della Cge è diversa e non collide con quella degli esercenti”.

Rimarrà nella storia come un carnevale, almeno fino al suo inizio, fitto di polemiche generate per motivi che alla gente non sembrano così chiari. Si è scatenata una “guerriglia” che sa tanto di protezione di orti che sono diventati come una sorta di diritto perenne ed eterno. Alcuni aspetti devono far riflettere la classe dirigente e politica di questa città. Classe che ha il compito primario di guidare una collettività verso una sua crescita culturale. Certamente non quello di farla precipitare in una cultura che diventa sempre più da paesino provinciale.

Di sofferenza ha parlato anche il sindaco Fabrizio Di Paola, che attende la fine del carnevale, con il rogo di Peppe Nappa. Sarà quello il momento in cui il sindaco taglierà tutte e due le scarpe, perché di sassolini da gettare in aria ne ha davvero tanti.

Forse, a taluni “direttori tecnici”- l’Italia è il Paese che vanta più “allenatori” di calcio nel mondo- non è chiaro una circostanza: il carnevale era fermo da due anni. L’unica soluzione è stata quella di affidare l’organizzazione ad un privato, grazie al quale l’edizione 2014 della festa si svolge. La Cge ha fatto una sola cosa, cosa che non ha fatto altra società, né di Sciacca, né siciliana: partecipare ad un bando pubblicato dal Comune.

Il resto è davvero noia. Qualcuno immagina che Sciacca è un campo di guerra. Esprime tutto il suo lato provinciale per il quale tutto fa brodo.

Elio Bonsignore un errore, però, a nostro avviso, l’ha commesso, attratto dalla foga e dalla (giusta) rabbia: ha fatto di tutta l’erba un fascio. La realtà, invece, è assai diversa.

Adesso, come scriviamo in un articolo a parte, è nata anche la voglia di patriottismo locale. Strano, sono propri i saccensi ad avere un cuore grande e pieno di accoglienza per lo “straniero”. E se altri non comprassero la ceramica di Sciacca, le acciughe di Sciacca, il pesce di Sciacca, il corallo di Sciacca? Insomma, qualcuno in rete comincia a vestirsi di verde. Magari immaginando di costituire la Padania del Sud.

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