Cronaca

Riqualificazione viadotto Cansalamone, ammesse 25 offerte alla gara

Significativo passo in avanti per dipanare una matassa aggrovigliata da troppi anni. “L’intervento risolutivo della stabilità del viadotto”, così è denominato tecnicamente, costerà oltre 10 milioni di euro

SCIACCA- Si corre sul binario dell’espletamento del bando di gara per la risistemazione del viadotto Cansalamone. Oltre 10 milioni di euro che devono essere affidati con procedura aperta in favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa. I fondi inizialmente erano 3 milioni stanziati con il Patto del Sud quando alla guida del Governo nazionale c’era Matteo Renzi. Ma il tempo è passato e i costi sono lievitati incredibilmente anche a causa del Covid. Le offerte presentate erano 26. Per cinque di loro la Regione aveva richiesto un’integrazione di documenti. Un’altra impresa invece è stata esclusa per mancanza di requisiti. Adesso sarà nominata la commissione giudicatrice delle singole offerte. I tempi potrebbero essere accelerati, salvo i soliti ricorsi al Tar da parte delle società che si sentono lese. Probabilmente nelle prossime settimane ci sarà l’aggiudicazione. In verità, la procedura con il coinvolgimento dell’ufficio del Commissario contro il dissesto idrogeologico avviene per accelerare la burocrazia. Chiuso da più di 10 anni, il viadotto ha separato in due il territorio saccense con la parte ovest, creando innumerevoli disagi. Il progetto fu redatto e consegnato nel mese di settembre del 2022 e revisionato nel mese di giugno del 2023. L’intervento prevede: la sistemazione idraulica del torrente Cansalamone e delle scarpate, la demolizione e la ricostruzione di parte di alcune delle pile, dalle fondamenta all’elevazione, oltre al rinforzo alla base di tutte le pile ed interventi sulle travi degli impalcati. Dall’apertura del cantiere, i lavori dovranno durare 540 giorni. Costruito alla fine degli anni Sessanta, il viadotto Cansalamone ha accusato nel tempo un progressivo degrado dell’intera struttura, nonostante alcune opere di consolidamento effettuate tra il 1998 e il 2000 che non furono sufficienti a fornire le necessarie garanzie di stabilità e a scongiurarne la successiva chiusura. Dal 2014 è stato un susseguirsi di ipotesi di intervento, sondaggi e tentativi di riapertura anche parziale, fino a quando non è stato redatto il progetto di messa in sicurezza che però ha fatto emergere il problema fondamentale, relativo all’investimento economico necessario. Nel frattempo, i 3 milioni di euro stanziati inizialmente non erano più sufficienti. Il 2024 ha portato ulteriori 8 milioni e mezzo di euro da parte della Regione Siciliana nell’ambito del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione.

Filippo Cardinale

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