Quattro province restano nel caos, con i sindaci che protestano e i gestori delle discariche ancora aperte che provano a respingere la nuova ondata di immondizia in arrivo.
Dopo sei dallo stop del ministero alle deroghe per utilizzare gli impianti mobili di biostabilizzazione il sistema di raccolta è andato in tilt. Il 31 maggio è scaduta l’ordinanza che da tre anni circa permetteva di biostabilizzare per sole due settimane invece che per le normali tre o quattro i rifiuti prima di smaltirli nelle discariche. È un procedimento indispensabile per abbassare i fattori inquinanti. Il primo effetto è stato lo stop ai mini-impianti di biostabilizzazione che erano stati montati a Siculiana nella discarica dei Catanzaro. E così il sistema è andato in tilt.
La Regione solo ieri ha deciso dove smistare i rifiuti di una settantina di Comuni che finora hanno utilizzato l’impianto di Siculiana. Per la maggior parte finiranno a Lentini nella discarica della Sicula Trasporti che serve già normalmente 218 Comuni della Sicilia orientale.
Finiranno a Lentini i rifiuti di tutti i Comuni agrigentini più quelli di Caltanissetta. In pratica circa 190/200 tonnellate al giorno viaggeranno dall’Agrigentino fino a Lentini: aumenteranno i costi a carico dei sindaci che, prevedibilmente, saranno costretti a ritoccare al rialzo le tariffe della Tari.
Il piano B prevede anche che 11 Comuni del Trapanese vengano riammessi nella discarica di Trapani: si tratta di Partanna, Petrosino, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, Santa Ninfa, Vita, Gibellina, Mazara, Campobello e Castelvetrano. Ma anche in questo caso i dubbi riguardano la tenuta dell’impianto di Trapani che potrebbe così esaurirsi in fretta visto che dovrà trattare circa 90 tonnellate in più al giorno.
Altri 12 Comuni del Nisseno si spostano da Siculiana a Gela: si tratta di Acquaviva, Bompensiere, Campofranco, Marianopoli, Milena, Montedoro, Mussomeli, Santa Caterina, Serradifalco, Sutera, Vallelunga e Villalba.
Nessuno in assessorato è in grado di garantire che il sistema anche così reggerà. I decreti che trasferiscono i rifiuti non indicano una data finale per questa soluzione transitoria. E ciò perché non è previsto, almeno in questa fase, che il ministero conceda le deroghe di cui finora la Regione ha goduto. È la linea del nuovo governo a trazione grillina: il ministero, guidato dal generale Costa, ha contestato per iscritto alla Regione vari ritardi nella predisposizione degli impianti che da tre anni si era impegnata a realizzare per uscire dalla fase di emergenza.
In assessorato il clima è rovente. Lunedì l’assessore Pierobon aveva contestato per iscritto al dirigente Salvo Cocina i ritardi nella predisposizione del piano B da illustrare al ministero. Martedì notte i decreti che avviano il piano B non sono stati pubblicati – lasciando così il sistema nell’impasse – perchè ci si è accorti all’ultimo minuto che contenevano degli errori: erano previste nuove regole per i Comuni agrigentini pur senza indicare la nuova discarica di riferimento.
Ieri in tutta fretta l’assessorato è stato costretto a rettificare un altro atto di Cocina: il bando con cui la Regione chiede alle aziende private di farsi avanti per realizzare i nuovi impianti di biostabilizzazione.
Stamattina, a Sciacca, a Palazzo di Città, c’è un incontro tra l’Amministrazione comunale e le ditte Bono-Sam. Le idee sono confuse perchè da Palermo partono confuse. Si tenterà di evitare di conferire i rifiuti a Lentini. Questa soluzione è costosissima per i contribuenti saccensi e i camion impiegano due giorni per andare, fare la fila, scaricare e ritornare a Sciacca.